Intervista con Giacomo Zeni, fondatore e direttore tecnico di BugsLife
Raccontaci come siete entrati in contatto con il mondo degli insetti da impiegare nella bioconversione
Sia io sia Caterina Luppa (la co-fondatrice) abbiamo studiato all’università di Wageningen (Olanda). Qui siamo entrati in contatto con il concetto di bioconversione tramite l’allevamento di insetti. Ho avuto la possibilità di studiare e lavorare sotto la supervisione di alcuni fra i maggiori esponenti mondiali del settore (cui, Arnold van Huis eterno presente del dipartimento di entomologia di WUR; Joop van Loon relatore della mia tesi; Dennis Oonincx punta di diamante del laboratorio, è sempre disponibile per parlare di idee e applicazioni concrete; Marcel Dicke di cui ho seguito corsi, fu contro-relatore della mia tesi). Dopodiche ho svolto 6 mesi di tirocinio a Rotterdam presso Bestico (spinoff di Koppert) presso i quali ho aiutato l’ottimizzazione di un impianto che già produceva svariate tonnellate di larve di mosca soldato settimanalmente. A Wageningen quello della bioconversione era un argomento in forte crescita negli anni in cui ero là. La mia convinzione della bontà di fare impresa in questo settore è anche nata grazie all’amicizia stretta (ed alle lunghe chiacchierate) con Alberto Zamprogna, il quale so aver collaborato ampiamente con l’Entomofago.
Parlaci del progetto BugsLife
La BugsLife sta sviluppando tecnologie proprietarie per l’allevamento di larve di mosca soldato su larga scala. L’allevamento di larve di mosca soldato su larga scala è uno degli esempi più promettenti di economia circolare che sta venendo sviluppato in questi anni. Infatti tramite l’allevamento di insetti è possibile bio-convertire (ovvero recuperare mentre trasformiamo) una grande quantità di sottoprodotti dell’agro industria. In altre parole, un allevamento di mosca soldato non ha bisogno di mangimi convenzionali: la mosca soldato è infatti in grado di crescere velocemente (ed efficacemente) alimentandosi di sottoprodotto organici di ogni tipo (di cui l’Italia è particolarmente ricca). I sottoprodotti (talvolta definiti “scarti”) della lavorazione dell’olio, della produzione di birra e di succhi di frutta, sono solo alcuni esempi dei flussi organici che possono essere utilizzati per alimentare un allevamento intensivo di larve… Gli impianti BugsLife, dopo aver trasformato i sottoprodotti agricoli in larve nel giro di appena 7 giorni, operano una prima trasformazione del prodotto, ove le larve vengono disidratate e le sgrassate: in questo modo creiamo prodotto stabile, sano, nutriente ed altamente proteico (circa 60% di proteine). Queste proteine saranno successivamente impiegate nell’alimentazione animale, quali animali da compagnia (cani, rettili, gatti) o animali da reddito (pesci e maiali). Essendo prodotta a partire da sottoprodotti agricoli, utilizzando fonti energetiche rinnovabili, e svolgendo tutti i passaggi all’interno dello stesso stabilimento (il quale viene posto nella vicinanza di dove i sottoprodotti sono generati), la proteina di insetto è da considerarsi una fonte altamente sostenibile di proteine. Tramite l’impiego di proteine di insetto, possiamo andare a sostituire parzialmente quel bisogno di importazione di ‘proteine di pesce’, da cui dipendiamo ampiamente per l’alimentazione dei nostri animali da reddito. Lo sviluppo del settore dell’allevamento intensivo di insetti (dato il suo carattere di produzione locale e sostenibile) è infatti considerato come strategico a livello europeo; è per questo che negli ultimi anni molte leggi sono state emesse in favore dell’apertura di questo nuovo settore, il che ha scatenato la mobilitazione di molti capitali privati verso lo sviluppo di queste nuove pratiche agricole altamente tecnologiche. Infine, vi è un secondo importante prodotto che si accompagna alla produzione delle proteine di insetto, ovvero la lettiera di insetto: i residui organici della digestione degli insetti (i.e. le feci delle larve) hanno stupefacenti caratteristiche fertilizzanti ed ammendanti, e possono essere perciò velocemente riutilizzati per tali scopi. Tant’è che spesso e volentieri l’allevamento di larve di mosca soldato è riassunto con la seguente frase: ‘tanti prodotti, nessuno scarto’.
Allevate direttamente i vostri insetti?
Si, per alimentare un allevamento di mosca soldato che abbia una scala che sia industrialmente rilevante, abbiamo bisogno di più di 100 milioni di esemplari alla settimana, tutto l’anno. Per questo è necessaria l’autoproduzione degli esemplari progenitori delle larve da ingrasso.
Che prodotti state commercializzando al momento?
Al momento non abbiamo prodotti in commercio. Stiamo attraversando la fase di impianto pilota che ci permette di raffinare le tecnologie brevettate. La realizzazione dell’impianto pilota è stata resa possibile grazie alla fusione (avvenuta quest’anno) con un’altra startup del settore, Kinsect. Nel giro di 12-18 mesi, avremo finito la fase sperimentale e saremo pronti per realizzare il primo impianto italiano su scala industriale per la bioconversione tramite allevamento di insetti.
Come sono i feedback dei vostri potenziali clienti?
Siamo in contatto con diversi produttori di pet food e di allevatori d’acquacultura. Sono tutti impazienti di provare i nostri prodotti non appena saranno pronti per essere prodotti con costanza ed efficienza. Infatti la proteina di insetto non solo è altamente nutritiva ed ipoallergenica, ma è anche prodotta con pratiche altamente sostenibili, il che assume un grande valore di marketing oggi che il consumatore è sempre più attento all’impatto ambientale dei prodotti che acquista.
Credi che la crescita dell’utilizzo di proteine di insetto in campo feed e food sarà veloce?
La domanda supera già l’offerta, e continuerà a crescere per molti anni a seguire; diventa quindi un problema di offerta (che deve essere però rimanere sotto un certo prezzo, per essere concorrenziale con le fonti tradizionali di proteine). L’offerta invece non crescerà con carattere esponenziale (come siamo abituati a vedere di questi tempi, nell’industria del software ad esempio), bensì la crescita sarà piuttosto lineare, almeno per altri 3-6 anni. Questo è dovuto a diversi motivi: (1) sono assenti finanziamenti statali per lo sviluppo delle tecnologie e soprattutto sussidi accoppiati alla produzione (che sono invece pratica comune in agricoltura); (2) la filiera di produzione e trasformazione di tali prodotti va costruita da zero (ci vorrà del tempo), ed in assenza di una filiera solida e specializzata è difficile che un settore cresca in maniera sostenuta; (3) il capitale umano che possiede competenze specifiche sull’argomento (bioconversione industriale) è raro, è perciò un fattore limitante; (4) le tecnologie sono ancora alle prime iterazioni (è perciò sconsigliabile iniziare la costruzione di molteplici impianti, fino a che non si ha un certo livello di confidenza sulle soluzioni tecnologiche sviluppate).
Come vedi BugsLife tra 3 anni?
Saremo sulla cresta dell’onda di quella che sarà la ‘seconda fase del settore’, ovvero quella dove l’allevamento industriale di insetti passerà dall’essere un settore emergente (come è considerato oggi), ad essere una pratica agricola conosciuta ed integrata nel sistema. Ad oggi ci sono 0 impianti industriali di bioconversione in Italia, entro il 2030 saranno circa 100; una certa frazione di questi impianti monterà tecnologie BugsLife!