Intervista con Alessia Giannetto, Ph.D. Researcher (Dept.of Chemical Biological Pharmaceutical and Environmental Sciences University of Messina) e Domenico Savastano, Technical Director di Progetto Hermetia
Come siete entrati nel mondo degli insetti?
Quasi per caso, alla ricerca dei metodi utilizzati per il riciclo dei rifiuti organici, dai consolidati processi aerobici fino ai costosissimi impianti per la produzione di biogas, trovai una pubblicazione del dr. Sheppard che allevava Hermetia illucens su substrati organici al fine di produrre un alimento completo e alternativo alla farina di pesce, estraendo i nutrienti ancora presenti nei rifiuti organici.
Quasi per caso, alla ricerca dei metodi utilizzati per il riciclo dei rifiuti organici, dai consolidati processi aerobici fino ai costosissimi impianti per la produzione di biogas, trovai una pubblicazione del dr. Sheppard che allevava Hermetia illucens su substrati organici al fine di produrre un alimento completo e alternativo alla farina di pesce, estraendo i nutrienti ancora presenti nei rifiuti organici.
Quando e come è nato Progetto Hermetia?
Era l’anno 2008, iniziai a far riprodurre Hermetia in casa con moltissime difficoltà, era difficile in quegli anni trovare letteratura scientifica in tal senso, ma dopo un complesso lavoro con test in scala ridotta, osservando il dittero nel suo ciclo, applicando alcuni accorgimenti essenziali su come adoperarsi per industrializzare il processo naturale, si è giunti dopo 5 intensi anni alla costruzione di un vero e proprio impianto di bioconversione, non più in scala ridotta ma progettato per la bioconversione di 10 tonnellate al giorno di rifiuti organici; nei 12 mesi in cui è stato attivo, abbiamo testato e verificato le criticità dovute alla gestione di grandi quantità di rifiuti in ingresso e all’elevato numero di individui di Hermetia da gestire. Poche sono state le variazioni al progetto iniziale, dimensionamento di attrezzature e macchinari oltre che di un sistema per processare ulteriormente alcuni tipi di matrici per la generazione di materie prime idonee alla mangimistica e combustibili solidi. Il tutto senza scarti di produzione, senza ulteriori emissioni in atmosfera e senza sfruttamento aggiuntivo di risorse, in assoluta sostenibilità ambientale. Con Progetto Hermetia abbiamo dimostrato ancora una volta che la mosca soldato costituisce un tassello prezioso dell’economia circolare, un circolo virtuoso che trasforma il rifiuto in risorsa.
Quali sono i vantaggi dell’utilizzo della Mosca Soldato nel trattamento dei rifiuti organici?
La gestione dei rifiuti e degli scarti alimentari rappresenta un problema mondiale. Giusto per rendere l’idea, gli sprechi alimentari in Europa ammontano a 100 milioni di tonnellate/anno e l’emissione di gas serra lungo il ciclo di vita degli scarti alimentari nel nostro pianeta ammonta a 3,3 miliardi di tonnellate di CO2eq/anno, come dire che se lo spreco alimentare fosse un paese, sarebbe il terzo emettitore mondiale dopo USA e China. Fino ad oggi le strategie per affrontare il problema sono state orientate alla minimizzazione dei rifiuti in un panorama ambientale in cui i rifiuti rappresentano invece una risorsa; l’obiettivo di Progetto Hermetia è quindi quello di fornire un sistema alternativo, “pulito” ed ecosostenibile, che miri alla valorizzazione delle biomasse di scarto, riutilizzandole come substrato per l’accrescimento della mosca soldato allo stadio larvale. Il nostro progetto prevede un modello produttivo ecocompatibile, concepito in maniera standard e modulare, sia per quantità che per qualità, in grado di bioconvertire fino al 70% del substrato sul quale vengono allevate le larve sfruttando le abitudini alimentari degli insetti saprofagi. Un sistema cosi ideato ha il vantaggio di ottenere una soluzione ecocompatibile per la gestione dei rifiuti alimentari da un lato e di fornire una serie di sottoprodotti di elevata qualità dall’altro.
La gestione dei rifiuti e degli scarti alimentari rappresenta un problema mondiale. Giusto per rendere l’idea, gli sprechi alimentari in Europa ammontano a 100 milioni di tonnellate/anno e l’emissione di gas serra lungo il ciclo di vita degli scarti alimentari nel nostro pianeta ammonta a 3,3 miliardi di tonnellate di CO2eq/anno, come dire che se lo spreco alimentare fosse un paese, sarebbe il terzo emettitore mondiale dopo USA e China. Fino ad oggi le strategie per affrontare il problema sono state orientate alla minimizzazione dei rifiuti in un panorama ambientale in cui i rifiuti rappresentano invece una risorsa; l’obiettivo di Progetto Hermetia è quindi quello di fornire un sistema alternativo, “pulito” ed ecosostenibile, che miri alla valorizzazione delle biomasse di scarto, riutilizzandole come substrato per l’accrescimento della mosca soldato allo stadio larvale. Il nostro progetto prevede un modello produttivo ecocompatibile, concepito in maniera standard e modulare, sia per quantità che per qualità, in grado di bioconvertire fino al 70% del substrato sul quale vengono allevate le larve sfruttando le abitudini alimentari degli insetti saprofagi. Un sistema cosi ideato ha il vantaggio di ottenere una soluzione ecocompatibile per la gestione dei rifiuti alimentari da un lato e di fornire una serie di sottoprodotti di elevata qualità dall’altro.
Alla fine del processo, che prodotti ottenete?
Alla fine del processo di bioconversione tutto quello che ne rimane è utilizzabile. Il residuo di substrato presenta nutrienti e caratteristiche agronomiche che lo rendono un ottimo biofertilizzante. Inoltre, le larve, dopo aver effettuato una riduzione quasi completa della matrice, hanno raggiunto un peso 7.000 volte superiore a quello iniziale fornendo una biomassa caratterizzata da un elevato contenuto proteico e lipidico utilizzabile come ingrediente di mangimi animali. Una completa o parziale sostituzione delle costosissime farine di pesce nei mangimi per acquacoltura con farina della mosca soldato allo stadio larvale, non influisce sulla qualità organolettiche dei filetti del pesce e riduce considerevolmente il prelievo di specie ittiche marine diventando così una soluzione ecologicamente ed economicamente sostenibile.
Alla fine del processo di bioconversione tutto quello che ne rimane è utilizzabile. Il residuo di substrato presenta nutrienti e caratteristiche agronomiche che lo rendono un ottimo biofertilizzante. Inoltre, le larve, dopo aver effettuato una riduzione quasi completa della matrice, hanno raggiunto un peso 7.000 volte superiore a quello iniziale fornendo una biomassa caratterizzata da un elevato contenuto proteico e lipidico utilizzabile come ingrediente di mangimi animali. Una completa o parziale sostituzione delle costosissime farine di pesce nei mangimi per acquacoltura con farina della mosca soldato allo stadio larvale, non influisce sulla qualità organolettiche dei filetti del pesce e riduce considerevolmente il prelievo di specie ittiche marine diventando così una soluzione ecologicamente ed economicamente sostenibile.
Perché non un altro tipo di insetto?
Semplice: perché è una mosca perfetta. Allo stadio larvale, in meno di venti giorni, è capace di degradare fino al 70% il substrato organico. A differenza della mosca comune, le mosche soldato non avendo un apparato boccale funzionale, non mangiano, quindi non sono attratti dai rifiuti domestici; pertanto, a differenza di altri insetti non sono vettore di infezioni e non sono associate alla trasmissione di malattie, anzi possiedono la capacità di sintetizzare peptidi antimicrobici che inibiscono la proliferazione di batteri patogeni per l’uomo.
Che futuro vedete per gli insetti in questo tipo di impiego?
Se la domanda si riferisce ad un possibile rischio per le specie di insetti utilizzate in questo processo, in termini di evoluzione o di estinzione, rispondo con una citazione del premio nobile Rita Levi Montalcini che così definisce gli insetti: I nostri compagni di viaggio, quelli infinitamente più numerosi, che ci hanno preceduto di centinaia di milioni di anni e che probabilmente ci sopravvivranno. Quelli che popolano oggi la superficie del pianeta non sono sostanzialmente diversi dai loro più remoti predecessori vissuti 600 milioni di anni fa. Sin da quando si è realizzato il primo esemplare, il loro cervello a punta di spillo si è dimostrato cosi adeguato ad assolverei problemi dell’ambiente e le insidie dei predatori, che non si è prestato al gioco capriccioso delle mutazioni, e deve alla perfezione del modello primordiale la sua staticità evolutiva.
Semplice: perché è una mosca perfetta. Allo stadio larvale, in meno di venti giorni, è capace di degradare fino al 70% il substrato organico. A differenza della mosca comune, le mosche soldato non avendo un apparato boccale funzionale, non mangiano, quindi non sono attratti dai rifiuti domestici; pertanto, a differenza di altri insetti non sono vettore di infezioni e non sono associate alla trasmissione di malattie, anzi possiedono la capacità di sintetizzare peptidi antimicrobici che inibiscono la proliferazione di batteri patogeni per l’uomo.
Che futuro vedete per gli insetti in questo tipo di impiego?
Se la domanda si riferisce ad un possibile rischio per le specie di insetti utilizzate in questo processo, in termini di evoluzione o di estinzione, rispondo con una citazione del premio nobile Rita Levi Montalcini che così definisce gli insetti: I nostri compagni di viaggio, quelli infinitamente più numerosi, che ci hanno preceduto di centinaia di milioni di anni e che probabilmente ci sopravvivranno. Quelli che popolano oggi la superficie del pianeta non sono sostanzialmente diversi dai loro più remoti predecessori vissuti 600 milioni di anni fa. Sin da quando si è realizzato il primo esemplare, il loro cervello a punta di spillo si è dimostrato cosi adeguato ad assolverei problemi dell’ambiente e le insidie dei predatori, che non si è prestato al gioco capriccioso delle mutazioni, e deve alla perfezione del modello primordiale la sua staticità evolutiva.
E che idea avete sugli insetti commestibili prodotti per l’alimentazione umana?
L’utilizzo di insetti per l’alimentazione umana è una realtà ben consolidata in diverse culture nel mondo. Potrebbe sembrare strano, ma gli insetti sono più commestibili dei mammiferi, si può mangiare l’80% di un grillo, e solo il 55% di un maiale o di un pollo e il 40% di un bovino. Più dell’80% delle nazioni nel mondo, con la più alta concentrazione nei tropici, si ciba di insetti sia come prodotto prelibato o come parte integrante della dieta giornaliera. Anche in Occidente, qualcuno li trova gustosi. E’ una questione di cultura, di tradizioni, noi italiani non abbiamo mai mangiato insetti e può far effetto trovarsi un grillo sul piatto. Cosa diversa sarebbe l’utilizzo delle farine di insetto come ingrediente per la cucina dei nostri piatti tradizionali. Il punto è che bisogna soddisfare le richieste alimentari di una popolazione mondiale in costante crescita e gli insetti rappresentano un’importante fonte proteica alternativa.
L’utilizzo di insetti per l’alimentazione umana è una realtà ben consolidata in diverse culture nel mondo. Potrebbe sembrare strano, ma gli insetti sono più commestibili dei mammiferi, si può mangiare l’80% di un grillo, e solo il 55% di un maiale o di un pollo e il 40% di un bovino. Più dell’80% delle nazioni nel mondo, con la più alta concentrazione nei tropici, si ciba di insetti sia come prodotto prelibato o come parte integrante della dieta giornaliera. Anche in Occidente, qualcuno li trova gustosi. E’ una questione di cultura, di tradizioni, noi italiani non abbiamo mai mangiato insetti e può far effetto trovarsi un grillo sul piatto. Cosa diversa sarebbe l’utilizzo delle farine di insetto come ingrediente per la cucina dei nostri piatti tradizionali. Il punto è che bisogna soddisfare le richieste alimentari di una popolazione mondiale in costante crescita e gli insetti rappresentano un’importante fonte proteica alternativa.