Intervista al Dott.ssa Segenet Kelemu, Direttore Generale e CEO del Centro Internazionale di Fisiologia ed Ecologia degli Insetti (ICIPE).
Ci parli del lavoro che fate in ICIPE
L’ICIPE è stato fondato nel 1970 con l’obiettivo di contribuire ad alleviare la povertà, garantire la sicurezza alimentare e migliorare lo stato di salute generale delle popolazioni dei tropici, sviluppando ed estendendo strumenti e strategie di gestione per artropodi dannosi e utili, e preservando la base di risorse naturali attraverso la ricerca e lo sviluppo di capacità. Il modo in cui operiamo è fortemente legato ad un approccio multidisciplinare e strutturato intorno al paradigma delle 4 H (Animal Health, Environmental Health, Human Health and Plant Health, cioè salute degli animali, dell’ambiente, dell’uomo e del pianeta) supportato da varie unità tra cui sviluppo di capacità e sviluppo istituzionale, ecologia comportamentale e chimica, unità di patologie trasmesse da artropodi, biosistematica, biologia molecolare e bioinformatica, scienze sociali e valutazione d’impatto, trasferimento tecnologico e altri. Sin dalla sua fondazione, ICIPE ha mantenuto il suo impegno a sviluppare e diffondere strumenti e strategie per controllare parassiti e vettori di malattie che siano sicuri per l’ambiente, convenienti, adeguati e accessibili. Il compito di ICIPE riguarda anche la conservazione e l’utilizzo sostenibili della grande biodiversità dell’Africa. Siamo l’unica istituzione in Africa a lavorare principalmente sugli artropodi.
ICIPE vigila sulle nuove sfide dello sviluppo per l’Africa, e identifica opportunità con cui usare la scienza degli insetti per rispondere a tali problemi. Il Centro si è dunque affermato come leader nel programma di ricerca relativo all’uso di insetti nell’alimentazione, nei mangimi e per altri usi, che sta emergendo a livello mondiale. Grazie a tre questioni strettamente legate tra loro (sicurezza alimentare e nutrizionale, alimentazione animale e ambiente), l’argomento ha suscitato l’interesse della comunità scientifica globale, dei finanziatori e del pubblico in generale.
In che modo gli insetti contribuiscono all’insicurezza alimentare in Africa?
Gli insetti influenzano in vari modi la salute umana e la sicurezza alimentare. In quanto parassiti che colpiscono le coltivazioni in tutto il continente africano, essi limitano in modo significativo la produttività delle colture, colpendo così la sicurezza alimentare. La recente invasione del bruco della lafigma (Spodoptera frugiperda) è un tipico esempio di ciò. In assenza di opzioni di gestione sostenibile di questi parassiti, specialmente nelle colture orticole ad alto valore aggiunto, i coltivatori si affidano ai pesticidi per controllarli, il che si traduce in rischi per la sicurezza alimentare e inquinamento ambientale. Per quanto riguarda invece i benefici, gli insetti contribuiscono in modo significativo ai principali servizi forniti dall’ecosistema relativamente alla produzione agricola, quali impollinazione e riciclo dei rifiuti organici. Oltre il 75% dei raccolti consumati dalle comunità in Africa e altrove dipendono dall’impollinazione.
La crescente popolazione mondiale, che attualmente si attesta intorno ai 7,4 miliardi di persone, dovrebbe raggiungere i 9,6 miliardi entro il 2050, facendo aumentare la domanda di prodotti alimentari del 60%. Questo incremento della popolazione, unitamente a urbanizzazione, cambiamenti climatici, diminuzione di terra e risorse idriche, ipernutrizione e malnutrizione, e persistente povertà, ha generato incertezze e pressioni sull’attuale sistema alimentare e su quello economico. Nel 2015 le stime provvisorie della FAO relative alla denutrizione nel mondo indicavano che nel nostro pianeta, nel periodo 2014–2016, una persona su nove era denutrita e che la maggior parte delle persone che soffrono la fame (780 milioni) vivono nelle regioni in via di sviluppo (The State of Food Insecurity in the World 2015). L’impatto è particolarmente significativo nell’Africa subsahariana (SSA), dove una persona su quattro (23,2%) soffre la fame (The State of Food Insecurity in the World 2014).
In Africa, Asia e America Latina, gli insetti vengono tradizionalmente usati come alimento che fornisce nutrienti essenziali, soprattutto proteine e micronutrienti. Gli insetti possono fornire una soluzione al problema della denutrizione in questa regione, dal momento che si riproducono velocemente e sono una fonte preziosa di proteine, minerali e vitamine che sono essenziali per lo sviluppo umano. Recenti osservazioni mostrano come gli insetti commestibili contengano proteine di eccezionale qualità. Gli insetti commestibili hanno inoltre adeguate quantità di amminoacidi essenziali, specialmente lisina, treonina e metionina, che sono generalmente limitati nell’alimentazione a base di cereali e legumi. Rispetto alle fonti convenzionali, gli insetti commestibili sono ricchi di zinco. Ad esempio, mentre 100 g di carne di manzo contengono solo 12,5 mg di zinco, la stessa quantità di punteruoli rossi della palma ne contiene ben 26,5 mg.
Che ruolo hanno l’istruzione e l’informazione delle persone nei vostri progetti?
Il nostro sviluppo di capacità nel campo degli insetti commestibili ha quattro obiettivi fondamentali: (1) costruire competenze scientifiche critiche nel continente attraverso la formazione post-laurea, (2) creare posti di lavoro e generare reddito, (3) creare consapevolezza sul potenziale degli insetti commestibili innalzandone il profilo per aumentare la domanda e la volontà dei consumatori di pagare per questi prodotti, e (4) informare, sviluppare ed implementare policy e standard volti a consentire e guidare l’uso di insetti commestibili.
Qual è il contributo che gli insetti commestibili possono dare alla sicurezza alimentare in Africa?
Promuovere il consumo di insetti produrrà un miglioramento diretto sulla sicurezza alimentare e sulla salute, in particolare nei bambini sotto i 5 anni e nelle donne in età fertile. La malnutrizione da carenza di proteine è molto diffusa tra i bambini piccoli. Inoltre, le carenze di micronutrienti, in particolare ferro, zinco, iodio e vitamine, sono estremamente diffuse tra le donne incinte e i bambini in età prescolare. Gli insetti commestibili sono una ricca fonte di proteine ed amminoacidi essenziali, energia e micronutrienti importanti per la salute pubblica, e possono quindi giocare un ruolo fondamentale nel colmare questo gap alimentare e nutrizionale.
Inoltre, anche se pollame, pesce e suini sono i settori agroindustriali in più rapida crescita in molti paesi in via di sviluppo tra cui l’Africa, la scarsa disponibilità degli additivi proteici per mangimi — tra cui soia, olio di pesce, farina di pesce, torte di semi e molti altri cereali — impedisce di sfruttare il loro potenziale. Si stima che i costi dei mangimi rappresentino il 60–70% dei costi di produzione per pollame, pesci e suini. Inoltre, affidarsi a farina di pesce, soia e cereali quali fonti di proteine nella produzione di mangimi sta diventando insostenibile, dal momento che anche gli esseri umani consumano soia e cereali. Anche i terreni agricoli destinati alle coltivazioni stanno diminuendo, e a causa dello sfruttamento eccessivo le specie pelagiche di piccola taglia da cui si ottengono la farina di pesce e l’olio di pesce stanno diminuendo. Di conseguenza, gli insetti rappresentano un valido sostituto per i mangimi destinati al bestiame, grazie alle proteine e agli amminoacidi che contengono.
A livello globale si stanno cercando di incorporare misure ‘verdi’ nei sistemi agricoli per mitigare i cambiamenti climatici e preservare la biodiversità. Rispetto ad altri animali da allevamento, gli insetti sono più efficienti nel convertire materia organica in proteine, con una diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra. Inoltre, le larve di mosca soldato nera, usate anche per il compostaggio e l’igienizzazione domestica e i rifiuti agricoli, emette solo una piccola quantità di anidride carbonica e nessun altro gas a effetto serra. L’allevamento di insetti, dunque, produce benefici per l’ambiente e può mitigare i cambiamenti climatici.
Come cambierà il rapporto tra insetti ed esseri umani nel prossimo futuro?
Nonostante le ragioni appena descritte, ci sono alcune questioni che intralciano l’utilizzo degli insetti come componenti sostenibili per la sicurezza alimentare, nutrizionale e dei mangimi, e il passaggio verso una agricoltura più ‘verde’. Anche se alcune specie di insetti hanno sempre fatto tradizionalmente parte dell’alimentazione umana in molti paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, c’è scarsa comprensione del contributo degli insetti alla sicurezza alimentare e nutrizionale. Inoltre, gli insetti commestibili vengono spesso allevati in modo incontrollato allo stato selvatico o in modo semi-addomesticato. Questo può sostanzialmente portare alla distruzione del loro habitat e persino all’estinzione delle specie. Inoltre manca un quadro istituzionale efficace per supervisionare e documentare gli insetti commestibili.
Un’adeguata ricerca è necessaria per sviluppare una conoscenza approfondita delle specie di insetti che possono essere allevate in massa, inclusa la conoscenza relativa ad allevamento, gestione della produzione, e modi per anticipare e controllare malattie e rischi ambientali. Inoltre, per avere successo, l’allevamento in massa di insetti deve attrarre imprenditori ed investitori dell’intera filiera come settore emergente. Il settore deve essere anche supportato da regolamenti e quadri normativi che riguardino sicurezza alimentare e questioni commerciali a livello nazionale, regionale ed internazionale. Le iniziative dovrebbe inoltre essere inclusive, per esempio consentendo deliberatamente la partecipazione di donne e giovani.
Ritiene che gli insetti commestibili possano essere un importante fonte di cibo e generare reddito nei paesi emergenti?
Non ho dubbi al riguardo. Prendiamo ad esempio la cavalletta, che è molto richiesta in Uganda ma è disponibile solo su base stagionale. Una start-up vendeva questi insetti in confezioni da 100 g al costo di $3 dollari e la richiesta era tanta. Tuttavia non era in grado di lavorare tutto l’anno a causa della mancanza di approvvigionamenti.
Inoltre, la quota di mercato per mangimi proteici per bestiame e pesci è ampia per il business dell’allevamento di insetti nel continente e altrove.
Sin da quando ha identificato l’uso di insetti per l’alimentazione e i mangimi come argomento strategico di ricerca nel 2013, l’ICIPE sta aiutando ad affrontare diverse sfide. Nel 2014, il Centro ha compilato un inventario dal titolo “Insetti commestibili africani per alimentazione e mangimi: inventario, diversità, caratteristiche comuni e contributo alla sicurezza alimentare,” che è stato pubblicato nel Journal of Insects as Food and Feed. ICIPE ha anche creato il programma Insects for Food, Feed and Other Uses (INSEFF), come piattaforma per consolidare e rafforzare le sue diverse attività.
ICIPE sta conducendo vari studi sugli insetti commestibili. Ad esempio, in un lavoro congiunto pubblicato sulla rivista scientifica PLoS ONE il 13 maggio 2015, i ricercatori del Centro, la Jomo Kenyatta University of Agriculture and Technology, e lo United States Department of Agriculture/Agricultural Research Service (USDA/ARS) hanno dimostrato che la locusta del deserto, Schistocerca gregaria, è ricca di composti conosciuti come steroli, che sono in grado di diminuire il colesterolo, riducendo così il rischio di malattie cardiache. Un altro studio realizzato da ICIPE, pubblicato sulla rivista scientifica PLoS ONE il 5 gennaio 2015, ha confermato che la cimice commestibile, conosciuta scientificamente come Encosternum delegorguei Spinola, e in alcune parti dell’Africa meridionale come thongolifha, contiene sostanze nutritive essenziali. Lo studio raccomandava inoltre maggiore cura nella raccolta e conservazione delle cimici commestibili per salvaguardare il loro valore nutrizionale e prevenire la contaminazione da parte di composti nocivi.
Il Centro desidera continuare a lavorare sui progressi realizzati sinora, collaborando con partner esistenti e potenziali per valorizzare l’immenso, ma inutilizzato, potenziale degli insetti come alimento, mangime e parte di un’agricoltura più verde.