Intervista con Irina Vetere, cofondatrice di ByEnto
Ciao Irina, ci siamo lasciati con l’idea di Byento di produrre mangimi a base di insetti, cos’è cambiato in questi ultimi due anni?
Ciao Lorenzo. Dai primi anni 2000 la FAO ha incominciato a promuovere l’iniziativa di inserire gli insetti nell’alimentazione animale ed è per questo motivo che Francesco, sull’onda delle prime aperture delle attività europee per la produzione di mangimi a base di insetti e sulla base della propria tesi di laurea inserita nei progetti di ricerca dell’Università Cattolica, ha voluto trasformare questo progetto diffuso, in un’impresa tutta sua.
E’ stato così che mi ha chiesto di iniziare l’avventura insieme a lui, per intraprendere un percorso imprenditoriale e produrre alimenti non solo per gli animali da reddito ma anche per i pet.
E poi cos’è successo?
Da economista mi sono accorta che questo modello non poteva stare in piedi, per quanto fosse sostenibile dal punto di vista ambientale. Gli altri produttori di insetti stavano già investendo sullo sviluppo di processi automatizzati per il raggiungimento di nuove economie di scala e poter così essere competitivi in un’industria come quella mangimistica. Saremmo arrivati troppo tardi.
Mi sono dunque domandata “perché non rivolgerci ad un mercato che possa garantire marginalità più elevate e che richieda quantitativi inferiori?” E così ho pensato al mondo della chimica, per poter offrire anziché la materia prima, essiccata o sfarinata, le singole molecole contenute negli insetti.
A quel punto sapevate già a chi indirizzare il prodotto?
In realtà no. E’ stata semplicemente un’intuizione e mancava ancora la definizione del mercato. Lungo il percorso ci siamo avvicinati sempre di più al comparto cosmetico, ma ancora non avevamo idea di quelle che potessero essere le caratteristiche del prodotto.
Partecipando ai numerosi bandi, improvvisamente mi sono venute alla luce le parole di Francesco: “gli insetti sono i padroni indiscussi del Pianeta. Sono apparsi sulla Terra milioni di anni fa e vivono in tutti gli ecosistemi terrestri ed acquatici” e così ho pensato che questi insetti dovessero per forza avere sviluppato un sistema difensivo tale da poter resistere a tutte le condizioni ambientali e avere delle proprietà funzionali in grado di proteggere la nostra pelle. Il resto è venuto naturalmente: non solo la pelle, ma il nostro stesso organismo! E così è nata l’idea dell’integratore e del farmaceutico.
E dopo, cosa avete fatto?
Dopo abbiamo fatto tanta ricerca che ci ha permesso di confermare queste altre intuizioni.
Quindi, insomma, Francesco è il tecnico e tu sei la creativa!
Ti dirò, preferisco dire che siamo entrambi imprenditori, o almeno, ci proviamo! Ognuno apporta le proprie competenze e conoscenze. E’ per questo motivo che sto seguendo questa linea di sviluppo e Francesco quella dei mangimi.
Allora i mangimi non li avete accantonati …
Ebbene no. Il nostro modello di allevamento prevede la costruzione di un network di unità di allevamento che verranno gestite dai farmer interessati ad entrare nella filiera, per abbattere i costi e il rischio, potendo così inoltre differenziare i substrati in funzione dei nostri prodotti. In questo modo, intendiamo valorizzare il settore agricolo e offrire un importante impatto sociale anche nei Paesi in via di sviluppo. Questo modello si può così replicare sulla produzione dei mangimi, che in questo caso non saranno più rivolti alla grande industria mangimistica ma a nicchie di mercato, come ad esempio piccoli allevamenti biologici.
Ciascuna unità produttiva potrà progressivamente incrementare le proprie dimensioni e un domani saremo così in grado di entrare nella grande industria mangimistica, con un’expertise già affermata e una rete diffusa.
Byento offre dunque prodotti a base di insetti sia per il consumo umano che per quello animale. Cosa dirà il consumatore finale?
Un aspetto fondamentale è che queste linee debbano essere nettamente separate, potranno creare sinergie in termini di know-how, ma seguono processi distinti, presentando esigenze diverse sia in termini di tecnologie che di sviluppo. Stiamo quindi progettando di costituire nel prossimo periodo due entità distinte in modo da destinare le risorse in maniera efficace ed efficiente, da un punto di vista sia finanziario che commerciale.
Quindi adesso a che punto siete con lo sviluppo?
Abbiamo individuato alcuni composti attraverso le analisi sui nostri insetti che hanno confermato i dati bibliografici e condotto a nuovi valori, insieme ad alcune proteine le cui espressioni determinano lo stato di salute dell’insetto: è possibile sviluppare un brevetto su un innovativo kit di monitoraggio della qualità degli allevamenti. Queste proteine possono inoltre condurre allo sviluppo di prodotti farmaceutici, in particolare antimicrobici. Abbiamo sviluppato protocolli per l’estrazione delle frazioni grasse e proteiche. Abbiamo definito le azioni dei composti contenuti negli insetti in campo cosmetico e nutraceutico e che ora devono essere confermate attraverso i test biologici che stiamo svolgendo.
Non da ultimo, abbiamo trasferito la nostra unità produttiva pilota a Ventimiglia, presso una serra di 800 m2.
Quali saranno i prossimi passi?
Stiamo attendendo i risultati dei test funzionali in modo da procedere con la messa a punto dei processi di trasformazione industriale. Si tratterrà poi di ottenere tutte le certificazioni necessarie per la commercializzazione del prodotto integratore e di quello cosmetico. Il prossimo passo è quindi quello di raccogliere i capitali necessari ad affrontare queste ultime spese e per il lancio dei prodotti.
D’altro lato occorre creare la base per una produzione pronta a soddisfare la domanda al momento del lancio e per questo motivo stiamo inoltre cercando allevatori interessati ad entrare nella rete di Byento. Entro questa primavera lanceremo una piattaforma di formazione online che consentirà, non solo di registrare un primo fatturato ma anche di fornire il know-how necessario per l’avvio degli allevamenti.
C’è qualcosa che vuoi dire ai colleghi che ti leggono?
Solo una cosa: rete!
Abbiamo una grande fortuna ed è quella di poter nuotare in un blue ocean. Abbiamo innumerevoli prodotti da poter sviluppare, creando sinergie e complementarietà. I nostri veri competitori sono là fuori, sui nostri mercati e solo collaborando, tutti insieme, possiamo fare davvero la differenza per i nostri consumatori e per il nostro Pianeta.