Intervista con Silvio Piccinini, promotore del progetto NutriPeople
Raccontaci di come hai iniziato ad interessarti al mondo degli insetti commestibili
Il mio interesse per gli insetti commestibili è iniziato circa quattro anni fa, ho cercato inizialmente locali o ristoranti che potessero cucinare e offrire insetti edibili , ma -come ho scoperto poco dopo- in Italia non è possibile per ora avere locali di questo tipo o comperare liberamente questo tipo di alimento.
Questo però mi ha stimolato ad iniziare la ricerca e lo studio di questo tipo di alimentazione e soprattutto l’allevamento degli insetti.
Come è nato il progetto NutriPeople?
Il progetto è stata una diretta conseguenza di una serie di considerazioni di tipo nutrizionale e sociale che mi interessava mettere in pratica nei paesi in via di sviluppo.
Nel 2015 al ritorno dal Kenya, dove ho trovato nei villaggi una situazione sociale ovviamente molto diversa dalla nostra, la cosa che più mi aveva colpito è stata la politica di aiuto alle popolazioni di tipo totalmente assistenzialistico, senza dare a queste persone una prospettiva di crescita e di miglioramento delle proprie condizioni di vita.
Ho cominciato cosi a scrivere il progetto Nutripeople.
In cosa consiste esattamente e quali sono gli obiettivi?
Il progetto ha lo scopo di costruire nei paesi in via di sviluppo micro-allevamenti di insetti commestibili che poi possono essere utilizzati per integrare l’alimentazione di tutti i giorni.
Il vantaggio è che tutti possono imparare ad allevare insetti, e le proteine da insetto non si pagano!
Le popolazioni possono usare gli insetti in tre modi: così come sono, come farina o per integrare l’alimentazione del pollame presente nei villaggi.
Al momento ci siamo concentrati sui grilli, nello specifico acheta domesticus e grillus bimaculatus, comunque specie autoctone che prima vengono catturate in natura e poi allevate.
Come vi finanziate?
I finanziamenti sono per ora sono privati, o li recuperiamo attraverso eventi e manifestazione che sensibilizzino l’opinione pubblica sull’entomofagia, sui vantaggi e i benefici dell’utilizzo degli insetti nell’alimentazione, e sull’aiuto che possiamo dare a popoli che hanno scarso accesso alle proteine.
Utilizzare l’alto contenuto proteico degli insetti può essere davvero un modo per combattere la malnutrizione nelle aree in cui operate?
Nei paesi invia di sviluppo ho constatato che spesso l’alimentazione è totalmente squilibrata (molti carboidrati, poche proteine e verdura): quando si hanno pochi soldi è difficile comperare alimenti che possano variare la dieta quotidiana.
Nutripoeple vuole insegnare ad integrare farine insetto negli impasti di farina di mais, in modo di aggiungere un apporto proteico importante soprattutto per le diete dei più piccoli.
Che ruolo vedi per l’entomofagia in Europa?
Credo che l’Europa (e non solo) debba cambiare il sistema di approvvigionamento e produzione di proteine, per consumare meno risorse e limitare gli sprechi. Bisogna invertire la marcia con delle buone leggi e maggiore coscienza ambientale ed alimentare.
Noi stiamo lavorando per realizzare tutto questo.