Si parla sempre di più di Industria 4.0, di internet delle cose e di machine learning.
Sostanzialmente si parla di come migliorare la produzione di un bene attraverso l’interconnettività degli operatori che vi prendono parte, uomini e macchine o anche solo machine e macchine.
Servono investimenti ovviamente, e imprenditori che ne intuiscano i vantaggi potenziali.
Nel settore dell’allevamento e della trasformazione degli insetti commestibili per esempio, una delle preponderanti voci di costo è il lavoro umano che, assieme alle altre voci di peso come l’energia, fornisce come output una materia prima decisamente costosa i cui costi si riflettono poi sui prodotti finiti che arrivano agli scaffali.
La domanda è: quella degli insetti commestibili può essere una Industria 4.0? Oppure è meglio (o necessario) mantenere un’abbondante quota di operatori umani all’interno del ciclo produttivo?
L’automazione, la meccanizzazione e l’interconnessione sono principi che se applicati possono migliorare il controllo, ridurre errori e tempistiche produttive, far scendere i prezzi delle materie prime?
Se siamo all’alba di una nuova rivoluzione industriale cui vogliamo prendere parte, bisogna scendere dal letto con il piede giusto ed iniziare a percorrerla da subito per non trovarsi indietro domani.