Intervista a Chef Tom Hunt, autore di The Natural Cook
Raccontaci po’ di te e della tua passione per la cucina
Sono uno chef, scrittore e attivista che lavora per creare un sistema alimentare globale più giusto. I miei piatti rappresentano questa ideologia, e lavoro direttamente con gli eco-agricoltori e i produttori.
Nel 2004 ho fondato Poco, un ristorante itinerante che ora è diventato un ristorante stagionale di tapas a Bristol – premiato come Sustainable Restaurant of the Year 2016. Poco segue la mia filosofia “dalla radice alla frutta” che significa cuocere consapevolmente e valorizzare il nostro cibo nella sua totalità, senza sprecare nulla. Il ristorante è stagionale al 100%, e ricicla il 95% di ciò che normalmente diventa scarto: ricicliamo e compostiamo praticamente tutto.
Ho anche avviato Forgotten Feast, – una campagna che promuove il cibo sostenibile lavorando a stretto contatto con le organizzazioni caritative, Slow Food, FareShare e Action Against Hunger, evidenziando le criticità dell’industria alimentare.
Che cosa significa essere un eco-chef?
Significa avere un approccio ecologico alla cucina, preoccupandosi per l’ambiente e le persone coinvolte nella produzione del nostro cibo, combattendo contro un sistema alimentare che distrugge la natura.
Come possiamo imparare a sprecare meno cibo a casa?
Mangia per piacere, fai acquisti nei tuoi negozi preferiti e spendi il più possibile in cibi che ami veramente. Cucina con gli scarti, ama i tuoi ingredienti, acquistare solo ciò che ti serve e conserva tutto ciò che non puoi mangiare – non importa quanto piccola sia la porzione. Tutto questo sembra costoso, ma una volta che si comincia a mangiare tutto e a non sprecare, i conti tornano.
Negli ultimi tempi abbiamo visto gli insetti commestibili proposti come cibo innovativo, come ingrediente nuovo e sostenibile. Cosa ne pensi?
Penso che gli insetti siano difficili da commercializzare nel Regno Unito in quanto molto diversi da altre cose che normalmente mangiamo. Questo può portarli ad essere una novità. Tuttavia, poiché sono una strana soluzione per correggere il nostro sistema alimentare e una novità, questo rende l’entomofagia un eccellente argomento per avviare il necessario dibattito sulle proteine alternative e sostenibili.
Li hai mai usati nei tuoi piatti?
Ho viaggiato in Messico nel 2001 e mi sono piaciuti gli insetti in vendita nei mercati, presentati in grandi borse di hessian accanto a spezie, legumi e peperoncini. Ne ho comprato un pacchetto e li ho mangiati da un sacchetto di carta come le patatine. Erano conditi con limone e paprika e avevano una deliziosa croccantezza. Mi sono veramente piaciuti e li aggiungerei alla mia dieta in quella forma. Da allora ho solo cucinato con gli insetti una sola volta, quando ho collaborato con Thomasina Myers per un banchetto. Il piatto era un piccolo taco cosparso di Chicitana, una polvere di formiche. Era deliziosa, saporita e aggiungeva profondità al sapore.
Pensi che noi, come occidentali, siamo pronti per un cibo tanto nuovo?
Sì, pronti come non mai. Ma non sono sicuro se gli insetti potranno riuscire ad essere più di una novità. A meno che le carenze alimentari non diventino realtà tangibili. Non perché non siano deliziosi. Penso comunque che dovremmo cercare in primo luogo soluzioni all’interno del nostro sistema alimentare.Ill Regno Unito è un buon produttore e un grande esportatore di fagioli. I fagioli sono una ottima fonte di proteine sostenibili e saziano molto.
Come farà la cucina tradizionale a sopravvivere a questo tipo di inevitabili contaminazioni?
Nel Regno Unito la mancanza di cucina tradizionale ha aperto alla sperimentazione e ci ha portato ad abbracciare altre culture alimentari. Questo consente diversità di approcci e sperimentazione con nuovi ingredienti interessanti, come gli insetti. Il nostro patrimonio culinario sarà adattato e cambiato e diventerà nuovo. Trovo tutto questo molto interessante ed è qualcosa che dobbiamo abbracciare – pur mantenendo le nostre tecniche e i nostri sapori tipici.