Intervista a Andrea Montanari, ideatore del progetto In7 di Associazione Lestes
Cos’è il progetto In7 e come nasce?
In7 è un progetto di informazione e divulgazione scientifica sul valore dell’entomofagia e le potenzialità di sviluppo del mercato degli insetti commestibili.
Tutto inizia nel 2013 su ispirazione della forte spinta mediatica della FAO sull’argomento e con l’idea di creare eventi speciali, dedicati a chi desidera saperne di più sull’entomofagia e magari osare un assaggio.
Quali sono le attività che svolgete?
La nostra formazione occupa buona parte del tempo che dedichiamo al progetto: partecipiamo ad eventi formativi di carattere scientifico e di sicurezza alimentare, utili anche per consolidare i rapporti con gli esperti e stimati professionisti conosciuti negli anni, con i quali ci si confronta e si collabora ad ogni occasione.
Organizziamo momenti informativi su richiesta di scuole, associazioni culturali e musei ma anche voluti da gruppi di amici o attività commerciali in cerca di novità. Il format prevede una prima parte di presentazione scientifica che aiuta a conoscere meglio l’entomofagia e il contributo che gli insetti commestibili possono dare ai nuovi modelli alimentari, senza dimenticare i potenziali rischi e le immancabili informazioni sulla normativa comunitaria in vigore. Si può concludere con l’esibizione di alcuni prodotti a base di insetti già presenti in commercio nel mercato europeo, con dimostrazioni dal vivo di preparazione di piatti e con l’atteso assaggio finale, il momento ideale per studiare le reazioni dei partecipanti.
Quale ruolo hanno informazione ed educazione quando si tratta di “normalizzare” un argomento come l’entomofagia?
A mio parere si sta già normalizzando: nonostante in Italia la rigida applicazione delle norme impediscono l’uso e il commercio di tali prodotti, sappiamo bene che altri paesi europei stanno facendo passi da gigante nel settore, abbattendo velocemente le barriere culturali residue. Se poi pensiamo che in pochi anni hanno raggiunto la notorietà stili di alimentazione alternativi quali il vegetariano e il vegano, al punto da trovare sempre più spesso menu dedicati nei ristoranti e prodotti specifici nei supermercati, quanto manca per riconoscere l’entomofagia? Davvero poco, direi.
In questo scenario il ruolo dell’informazione è prezioso oggi e sarà fondamentale domani. Il consumatore si sta evolvendo: legge le etichette con crescente attenzione e consapevolezza degli ingredienti, conosce il valore del biologico, valuta con cura ogni nuovo prodotto e merita di essere supportato da informazioni certe e precise.
E che ruolo può avere la scuola?
Gli eventi più riusciti ed emozionanti sono stati per noi quelli organizzati nelle scuole.
Abbiamo incontrato centinaia di ragazzi di varie età, curiosi, attenti e pieni di idee, chiedersi increduli cosa aspettiamo ad inserire gli insetti nella nostra alimentazione, visti tutti gli aspetti positivi del loro ciclo di utilizzo a confronto degli allevamenti tradizionali.
E’ nelle scuole che le buone idee riescono a diffondersi.
Voi siete a contatto con il pubblico, e quindi con i potenziali consumatori, quale feedback avete riguardo la propensione al consumo di insetti commestibili?
Il nostro “pubblico” è solitamente già convinto. Chi ci consulta o chi frequenta i nostri eventi è spesso già informato ma curioso di saperne di più oppure vuole fare una prima esperienza di assaggio. Dopo il primo morso l’effetto “Wow!” svanisce poco a poco diventando normalità, creando di fatto un nuovo potenziale consumatore disposto a ripetere l’esperienza, quindi a valutare l’acquisto di un prodotto.
Se la prima esperienza può includere l’assaggio di un insetto intero, siamo convinti che non sarà quella la forma preferita dai consumatori, bensì un prodotto finito addizionato con ingredienti a base di insetti, ovvero farine. Lo dimostra il successo che incontrano i prodotti già in commercio in alcuni paesi europei.
Pensi che proporre immagini di persone che mangiano insetti interi sia una buona idea dal punto di vista della comunicazione?
Anche noi abbiamo usato un’immagine del genere alcuni anni fa perché era ciò che ci si aspettava, che creava attenzione, curiosità, Oggi non più.
Il bombardamento di immagini di cibo al quale siamo sottoposti impone il rispetto di nuovi standard in cui il bel piatto creato da uno chef o il prodotto industriale perfettamente rifinito sono gli unici protagonisti, talmente belli e valorizzati da essere prima di tutto ammirati, poi mangiati.
I prodotti “entomo” non dovranno fare eccezione.
Chi nasce oggi in occidente, nella sua dieta di adulto avrà a disposizione gli insetti commestibili come fonte alimentare e proteica quotidiana?
Con una lenta ma progressiva crescita, certamente si.
Tutto dipenderà dal grado di interesse che i media riusciranno a creare e dalla qualità (oltre che dal sapore!) dei prodotti che l’industria e le realtà artigianali ci renderanno disponibili. Mi piace sperare che noi italiani riusciremo a colmare il ritardo che stiamo accumulando, creando prodotti unici e squisiti che si diffonderanno in tutto il mondo. Sappiamo di esserne capaci, no?
Quali nuovi progetti avete in cantiere per il futuro?
Continueremo con la nostra azione divulgativa e manterremo vivi i contatti con la “Edible Insects Community”, rafforzando la collaborazione con chi sta già sperimentando, producendo, sviluppando idee, tutti pronti per il 2018, quando entrerà in vigore la semplificazione normativa che permetterà ai prodotti a base di insetti commestibili di circolare liberamente nel mercato comunitario.
Invitiamo chiunque sia in fase progettuale a contattarci, anche per un semplice scambio di pareri.