Intervista a Kees Aarts, fondatore e CEO di Protix
Parlaci brevemente di come sei stato coinvolto nel mondo degli insetti commestibili e di come è iniziato il progetto Protix
Quando ero giovane già allevavo insetti e altri animali per l’alimentazione dei miei rettili e uccelli. Facevo anche diversi “safari” nel cortile di casa per raccogliere insetti e catalogarli. Sono sempre stato affascinato dal regno animale e soprattutto dagli insetti. Penso la colpa sia anche di David Attenborough, che ha reso il mondo degli insetti ancora più affascinante con il film “La vita nel sottobosco”.
Ho studiato ingegneria aerospaziale e lavorato in McKinsey per alcuni anni. Durante il periodo in McKinsey ho iniziato a riflettere su ciò che davvero mi sarebbe interessato fare. Durante un viaggio per una immersione nel 2008, sono rimasto ancora una volta frustrato per il modo in cui trattiamo i nostri oceani e i pesci che ci vivono. Questo è stato il momento in cui le cose hanno cominciato a mettersi insieme. La passione per la natura, la conoscenza della vita contadina, le origini delle nostre fonti di proteine (tra le altre la pesca) e la capacità di progettare soluzioni. Cosa potevo fare per assicurarmi che a distanza di 20 anni ci sarebbero stati più pesci da ammirare? Questa è la domanda che ha innescato tutto e in qualche modo ho iniziato a vedere un collegamento tra gli insetti come fonte di proteine non sfruttata e il bisogno di proteine nella nostre catene alimentari, nel cibo e nei mangimi.
Tornato in ufficio, io e un collega Tarique Arsiwalla, abbiamo iniziato un brainstorming sulle opportunità che questa idea poteva offrire e su ciò che era necessario per avviare una società basata su questa idea. Dopo diverse interviste ed indagini abbiamo dato le dimissioni dal nostro posto di lavoro ed è nata Protix come azienda. Il settore degli insetti commestibili era molto chiuso allora. Si concentrava principalmente sulla fornitura per animali domestici e la maggior parte degli allevatori erano già nel giro da diversi anni, ma raramente aperti gli uni nei confronti degli altri. Il campo e il concetto degli insetti commestibili erano discussi e indagati solo nei circoli di appassionati di scienza o tra esperti di mercati alimentari asiatici. Credo che sia stato proprio attraverso la leadership visionaria di persone come Arnold van Huis, Robert Kok, Marcel Dicke, Paul Vantomme, Craig Sheppard, Larry Newton e gli altri che hanno stimolato le persone al di fuori del settore hobbistico delle forniture per animali domestici a guardare questa occasione, me compreso.
I motivi che ci hanno fatti entrare in questo nuovo settore sono stati l’occasione e il valore aggiunto che potevamo offrire dal punto di vista tecnico e commerciale. Le nostre competenze in ingegneria e business ci hanno veramente aiutato nel corso degli ultimi 7 anni in occasione della chiusura di accordi, dell’attrarrazione di fondi di investimento, della creazione di una squadra forte e nello sviluppo di tecnologie per la produzione di insetti che fossero scalabili e controllabili. Questo è il modo in cui Protix è nata.
Qual è il vostro principale mercato e quale il prodotto best-seller?
Il nostro mercato principale attualmente è quello del petfood professionale, dei mangimi per animali e additivi per mangimi per pesci. Produciamo farine proteiche da insetti e lipidi da mosca nera soldato, li produciamo in volumi prevedibili costanti e con qualità stabile. La filiera è completamente certificata secondo i più alti standard GMP+ e SecureFeed (questo include la necessaria HACCP per ogni fase del processo). Stiamo fornendo ingredienti a base di insetti accessibili e sempre disponibili. Abbiamo costruito forti relazioni con le aziende che utilizzano il nostro prodotto per sviluppare proposte di prodotti unici nel mercato. I nutrienti a base di insetti sono una novità mondiale se si tratta di offrirli su larga scala, di comprenderne le funzionalità, le caratteristiche e le applicazioni. Attraverso test, ricerche e rumors di mercato, abbiamo trovato interessanti nicchie che potrebbero già assorbire 10.000 tonnellate di prodotti nel corso dei prossimi anni.
I nostri prodotti best-seller sono il mangime e i lipidi da insetto.
Qual è la vostra produzione annua (in tonnellate)?
Questa domanda ha spadroneggiato in molte discussioni e interviste nel corso degli ultimi anni. Io in realtà penso che non sia più di interesse e che non definirà l’industria nel suo complesso. Non dovremmo essere preoccupati di capire chi abbia il più grande impianto di produzione. Gli annunci sulle capacità produttive hanno veramente paralizzato molte discussioni. A tutte le promesse fatte nel corso degli ultimi 5-7 anni dai players del business degli insetti ci sono state reazioni positive di interesse, ma questo ha anche portato alla prima disillusione dei potenziali clienti e del mercato. E devo ammettere sia giusto così. Se si va online con curiosità ma senza conoscenze, il settore si presenta come se stesse già producendo centinaia di migliaia di tonnellate di proteine derivate dagli insetti e come ci fossero centinaia di aziende che hanno stabilimenti in funzione. Questo mi preoccupa perché non è riflette la realtà. Ultimamente grandi aziende chiedono quale sia la capacità del settore di produrre e distribuire. E questo è una situazione pericolosa. Come industria dobbiamo imparare da altre, ad esempio quella dell’acquacoltura, che è un altro settore relativamente giovane. Ci vuole tempo e fatica per creare un’industria solida con una molteplicità di fornitori di qualità. Dovremmo tutti prenderci quel tempo e rispettare le nostre promesse.
La cosa più importante è il modo in cui gli insetti sono prodotti. Non ci può essere alcun compromesso nel settore in materia di sicurezza e la qualità, bisogna affrontare quei limiti e andare oltre. Anche la definizione di norme sulla produzione è di fondamentale importanza. Pensiamo alle norme sui principi di igiene, di monitoraggio e tracciabilità. Gli insetti sono a tutti gli effetti bestiame in un ambiente controllato, ma in quantità molto elevate e con elevata riproducibilità. Quegli ambienti di produzione devono essere igienizzabili in ogni senso e ogni lotto di prodotto deve essere sempre riconducibile a un lotto di insetti allevati, alle fonti di alimentazione, ai cicli di produzione e a quelli di pulizia. E questa è solo una delle cose che mi vengono in mente quando dico che attualmente il modo in cui produciamo è più importante delle quantità di ciò che produciamo. Credo che la collaborazione con le Autorità per fissare nuovi standard sia cruciale. In Protix invitiamo regolarmente le Autorità per mostrare i nostri sistemi di produzione e protocolli igienici in modo che per loro sia possibile identificare i mezzi e metodi che possono essere formalizzati in norme che aiutino a proteggere questa nuova industria da cattive pratiche.
In Protix ci prendiamo molta cura in ciò che viene prodotto e del fatto che i nostri clienti ottengano in tempo e con la giusta qualità quanto hanno ordinato. Questa è la chiave. E stiamo producendo ogni mese sempre di più, e anche questa è una chiave. Abbiamo un impianto in scala operativo ormai da ottobre dello scorso anno che copre tutti gli aspetti della catena di produzione degli insetti, altamente automatizzato e controllato con i più alti standard per le apparecchiature e per il trattamento. Al momento abbiamo più di 5 prodotti disponibili in commercio nel settore dei mangimi e la domanda è in forte aumento. Abbiamo pre-venduto tutta la produzione disponibile per il commercio dei prossimi due anni, riservando delle campionature per i nuovi clienti curiosi. Per il prossimo ramp-up in Olanda già ora stiamo pre-vendendo volumi significativi, il che è una solida conferma del fatto che il mercato è in forte ripresa. Quanto abbiamo esattamente prodotto e produrremo i prossimi anni è importante solo per la nostra stima della base-clienti. Forse altri stanno producendo molto di più, forse no. Le persone sono regolarmente sorprese quando vengono a visitare la nostra struttura. Otteniamo conferme che un impianto di produzione come il nostro, la scala e il livello di automazione lungo tutti gli aspetti della produzione non si sono visti prima. Questo dà un certo livello di soddisfazione. Ma non saremo soli e spero che tutti i nostri stimati colleghi potranno godere del piacere di sviluppare progetti su larga scala. E’ divertente e gli insetti sono veramente grandi animali con cui lavorare.
Considerando l’insieme di leggi e il minor costo del lavoro umano, pensi che le aziende orientali avranno sempre un vantaggio nel mercato? Cosa possono fare le aziende europee per colmare questa lacuna? La risposta è nella meccanizzazione dei processi?
Il mese scorso Ero in Cina per il World Economic Forum e ha fatto un piccolo tour tra le aziende del settore dei mangimi. Ho visitato anche diverse aziende che allevano insetti. Venendo dai Paesi Bassi questa domanda mi ha sempre incuriosito perché la risposta è spesso molto controintuitiva. Sapevate che nei Paesi Bassi, per esempio, spesso riusciamo a produrre carne di maiale più conveniente che in Cina? O che si producono più pomodori per ettaro l’anno che in qualsiasi altra parte del mondo? Ci sono ovviamente dei “vantaggi del mercato orientale”, ma hanno così tante sfaccettature che non è semplice rispondere. Possono essere il quadro giuridico, il patrimonio culturale, l’efficienza, l’infrastruttura della conoscenza, il costo del lavoro, il costo dei materiali, della logistica o semplicemente gli aspetti climatici che determinano se un paese o una regione hanno le carte migliori per ospitare un determinato settore. Non vedo però il motivo per cui una regione dovrebbe avere un qualche tipo di vantaggio strutturale rispetto alle altre quando si tratta di insetti commestibili.
So che abbiamo molti vantaggi dall’essere localizzati nei Paesi Bassi e in particolare nella regione del Brabant. Abbiamo una lunga storia nell’intensificazione dell’agricoltura e dell’allevamento del bestiame che si snoda attraverso la conoscenza, la tecnologia, i metodi e il patrimonio. Questa intensificazione dell’allevamento e delll’agricoltura ha portato a catene di produzione ad alta efficienza e a basso costo. A mio avviso questa intensificazione consente di avere cibo a buon mercato, ma ha anche effetti collaterali molto indesiderabili come le quantità di letame prodotto, il benessere degli animali e l’impatto ambientale negativo. Nella nostra regione questi progressi hanno generato ricchezza ma siamo anche una delle prime regioni a sperimentarne gli effetti negativi. La tripla elica del governo, dell’industria e dei consumatori qui entra in gioco. Qui nei Paesi Bassi ci sono moltissimi agricoltori intelligenti che amano la vita, la natura e l’innovazione. Tutti questi attori sono molto attivi nel forgiare una tabella di marcia per la transizione verso una catena di produzione a basso impatto con i più elevati standard di benessere degli animali e di qualità del prodotto. La produzione di insetti commestibili si adatta molto bene a questa transizione e, data l’infrastruttura che ci circonda, il tasso di sviluppo può essere molto elevato soprattutto se affiancato da collaborazioni e partnerships. Abbiamo bene in mente come sfruttare tale vantaggio contestuale. Ci saranno anche da stringere rapporti di cooperazione con l’estero, per cui abbiamo già stabilito dei contatti, molti dei quali nella regione asiatica. Dato il vincolo delle risorse, non posso essere certo del quando potremo cogliere questa opportunità. Forse qualcuno là fuori ha in mente il modello perfetto.
Sembra che le aziende USA stiano accelerando il loro sviluppo, c’è il rischio che possano “monopolizzare” il mercato occidentale?
Spero che tutti gli annunci su questa accelerazione siano veri e che porteranno al successo. Ne vedo molti nel segmenti food, però conosco poco dei fatti determinanti come livello delle vendite e assorbimento dei consumatori. So che alcuni dei prodotti sono deliziosi, e questo è un bene. Il monopolio è uno scenario radicale che molto probabilmente non si realizzerà.
Pensi che una regolamentazione più profonda del settore -come l’UE sta cercando di fare- pagherà in termini di qualità e sicurezza dei prodotti europei a base di insetti, con un impatto positivo sui risultati di marketing?
Credo moltissimo negli standard di qualità e io sono un europeista convinto. Tuttavia, non dovremmo convincerci spetti “al Governo” determinare standards di qualità e sicurezza. Siamo noi imprenditori, cittadini consapevoli e produttori responsabili che dovremmo salvaguardare gli standard di qualità e sicurezza. Il governo è lì per proteggere noi come consumatori da quelli che non lo fanno. Attraverso la collaborazione con i Governi possiamo garantire che ci siano meno sversamenti che avvelenano le acque. Il problema però è che di solito bastano poche gocce sversate per avvelenare le acque. Ecco perché Protix ha fondato IPIFF. Nel 2012 stavamo vedendo troppi messaggi contrastanti che non aiutavano certo il settore a fare passi in avanti. Ecco perché insieme con i nostri altri stimati colleghi come Ynsect, Agriprotein, Katz e Koppert abbiamo organizzato il primo incontro IPIFF nel 2012. Ci siamo seduti attorno ad un tavolo e non abbiamo parlato delle nostre attività, ma delle responsabilità che abbiamo nell’informare ed educare i Governi e l’opinione pubblica su questa industria nascente e i prodotti che propone. Solo in questo modo ci si può aspettare che le norme possano essere cambiate in meglio. Ma ancora una volta, la qualità e la sicurezza dei prodotti sono nelle nostre mani. Il Governo può aiutare a formulare le regole del gioco. Gli impatti positivi sui risultati di marketing sono benefici collaterali, a mio avviso, e sicuramente arriveranno.
Qual è la tua opinione sulle attività di lobbing delle imprese europee?
Credo che stiamo facendo un ottimo lavoro. Il tempo di relazione che otteniamo con i Legislatori è piuttosto grande per la dimensione delle attività economiche che rappresentiamo. E’ veramente qualcosa di cui essere orgogliosi ed è un risultato collaborativo puro. Nessun impatto sul piano legislativo può essere raggiunto singolarmente. Questo è certo.
Gli insetti commestibili come alimenti e mangimi sono una soluzione concreta per combattere la fame nei paesi sottosviluppati?
Non lo so. Ma come minimo è una soluzione che sicuramente può essere messa in campo nella lotta contro la fame. Ci sono però molte altre soluzioni. Personalmente ho sempre sentimenti contrastanti quando un’innovazione comincia con “può combattere la fame” o con “può essere utilizzato dopo i terremoti o tsunami”. Quando le soluzioni sono utili per combattere la fame è perché in realtà l’imprenditore che c’è dietro si carica dello sforzo incessante per spostare una soluzione in quella regione in cui è presente la fame.
Quale ruolo avrà l’entomofagia umana e animale nel mondo occidentale?
Avrà un ruolo enorme. Ingredienti provenienti dalle creature più nutrienti della natura porteranno incredibili benefici per l’uomo e gli animali. Il futuro della nostra alimentazione è luminoso, e gli insetti giocheranno un ruolo importante.