Intervista con la Dr.ssa Anna Maria Fausto, Professoressa di Zoologia presso l’Università della Tuscia, membro della Società e dell’Accademia Entomologica Italiana
Ci parli del Convegno svoltosi a Padova dal 20 al 24 Giugno scorsi, di cui lei è stata coordinatrice (con il Prof. Maurizio Guido Paoletti dell’Università di Padova), e che ha portato il tema degli insetti commestibili all’interno del Convegno Nazionale di Entomologia
Nell’ambito del CNIE (Congresso Nazionale di Entomologia Italiana), che viene svolto ogni 2 anni in Italia, vengono affrontate le tematiche di ricerca che maggiormente impegnano il mondo scientifico, ed i simposi rappresentano l’organizzazione monotematica attraverso cui i ricercatori discutono i propri risultatati. Per la prima volta il CNIE ha dato uno spazio così ampio al tema dell’entomofagia come settore di ricerca, tanto da dedicargli un Simposio. Questo è un importante elemento di novità. Vi hanno partecipato ricercatori con competenze molto diversificate dando alla discussione un approccio interdisciplinare, come l’argomento richiede. Ne è emerso che Italia ci sono gruppi di ricerca che lavorano con rigore scientifico su tutti gli aspetti presi in esame, affrontando anche i nodi che rimangono da sciogliere sulle carenze conoscitive sottolineate nel documento EFSA, soprattutto in relazione alla qualità e sicurezza alimentare. Tuttavia, sono state rimarcate le difficoltà che i ricercatori italiani incontrano nel condurre ricerche che sono poco supportate da fondi pubblici e nello stesso tempo, pur offrendo opportunità imprenditoriali, sono limitati nella loro espressione da una normativa non adeguata. Tutti questi temi sono stati dibattuti in un quadro conoscitivo ampio del rapporto uomo insetto/cibo nella storia e nella tradizione di diversi popoli e realtà, anche italiane. Il simposio è terminato con un assaggio di insetti cucinati da due “cuoche” di una associazione (Entonote) che della comunicazione sugli insetti come cibo “buono e sano” hanno fatto il loro mestiere.
Come le è sembrata, in termini di attenzione e curiosità, la risposta del pubblico?
Pur essendo un pubblico abbastanza selezionato, fatto soprattutto di persone già all’interno di questa tematica, tutti sono stati molto attenti. Infatti, vista l’eterogeneità degli approcci, ciascuno è stato incuriosito da ottiche diverse dalla propria. Secondo me, tutti hanno avuto l’opportunità di acquisire una visione molto più ampia della tematica, ma soprattutto il simposio ha centrato l’obiettivo di avvicinare e far comunicare i vari soggetti nell’ottica di creare nuove forme di collaborazione. Sono sicura che in questo contesto siano state gettate le basi per futuri progetti molto più robusti e ambiziosi.
Ritiene che nel nostro paese si stia parlando a sufficienza del tema entomofagia?
In termini di comunicazione, soprattutto attraverso i mass media, se ne parla molto come fenomeno di costume e poco come opportunità di sviluppo sostenibile. Il rischio è che appaia come un’originalità e una moda che si esaurisce nell’immagine degli insetti nel piatto, non sempre e non immediatamente accettabile da tutti. La popolazione va informata delle potenzialità a livello ambientale, imprenditoriale ed anche dei possibili effetti positivi sulla salute, spiegando che la comunità scientifica è attenta alla qualità ed alla sicurezza degli alimenti.
Ritengo invece che se ne parli poco in assoluto a livello delle istituzioni nazionali, regionali e locali, soprattutto nella definizione di politiche di sviluppo sostenibile.
Oltre a parlarne nelle scuole, come si possono avvicinare i giovani ai temi dell’alimentazione sostenibile, delle fonti alternative di proteine e dell’entomofagia?
Penso bisognerebbe cercare in modo più incisivo di raggiungere i giovani attraverso la rete con iniziative mirate e soprattutto condotte in modo corretto. Durante il Simposio, come dicevo, si è parlato di comunicazione e sono sicura che in questo ambito potranno essere varati progetti sempre più adatti. Sono anche in atto molte iniziative sul territorio nazionale da parte di associazioni culturali per avvicinare la popolazione di tutte le età a questi temi ed anche nelle Università sta crescendo un’attenzione sempre maggiore a questo settore.
Quale futuro avrà il consumo di insetti commestibili (come cibo per gli umani e mangimi per gli animali) nel mondo occidentale?
Secondo me abbiamo già imboccato questa via e molti paesi la stanno già perseguendo. Gli insetti entreranno a far parte a pieno titolo della nostra alimentazione e nella mangimistica, con tempistiche e modi diversi nei vari paesi, di pari passo al raggiungimento della ottimizzazione della produzione, alle conoscenze sulla qualità e sicurezza dei cibi e base di insetti ed all’adeguamento delle normative. La proposizione di cibi di qualità e certificati in merito alla sicurezza, accompagnata da una adeguata informazione, consentirà nel tempo di abbattere le barriere psicologiche del mondo occidentale. Come dicevo dobbiamo lavorare e soprattutto collaborare perché l’Italia non rimanga indietro rispetto ad altri paesi.
Oltre al Gruppo di Lavoro specifico sugli insetti commestibili e l’organizzazione di eventi come quello di Padova, la Società Entomologica Italiana ha in cantiere nuovi progetti a riguardo?
La Società Entomologica Italiana e l’Accademia Nazionale Italiana di Entomologia, seguendo la propria vocazione, si stanno adoperando per promuovere in tutti i consessi idonei ed indirizzare le ricerche scientifiche e gli approfondimenti indispensabili per colmare le carenze conoscitive che ostacolano lo sviluppo di questo settore. Creare occasioni di incontro tra i ricercatori è uno dei modi più utili e concreti per favorire la nascita di collaborazioni e mettere in cantiere progetti che possano essere supportati. Sono convita che presto potremo avere evidenza di quanto è stato messo in cantiere in termini progettuali dai ricercatori che si sono incontrati a Padova, sperando che possano trovare l’adeguato sostegno economico. Un evento importante a cui guardare è l’XI European Congress of Entomology che si terrà a Napoli, dal 2 al 6 luglio 2018 ed in cui è prevista l’organizzazione di un Simposio sugli insetti come cibo. L’obiettivo è che la comunità degli entomologi italiani (e non solo) possa cogliere a pieno questa occasione per confrontarsi con la ricerca internazionale e consolidarsi in ambiti progettuali europei con le proprie competenze ed esperienze.