Abbiamo intervistato il Prof. Roberto Valvassori, già Ordinario di Zoologia nel Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita presso l’Università dell’Insubria, primo firmatario del neonato Gruppo di Lavoro sugli insetti commestibili della Società Entomologica Italiana (SEI)
Qual è lo scopo del Gruppo di lavoro sugli insetti commestibili della Società Italiana di Entomologia e da cosa è stata suggerita la sua fondazione?
Lo scopo è quello di portare ancor più all’attenzione della comunità scientifica nazionale ed in particolare fra gli studiosi di insetti l’importanza e l’attualità dell’entomofagia anche attraverso l’organizzazione di incontri o di specifici simposi scientifici.
Nel caso della macellazione delle specie animali allevate su larga scala sono previsti per legge i metodi di abbattimento e quelli dello stordimento preventivo. Questo aspetto dovrà essere preso in considerazione anche per quanto riguarda gli insetti?
Ritengo che su questo argomento sarà opportuno che venga dedicata ampia attenzione da parte della comunità scientifica, sia per ragioni etiche sia pratiche. In analogia con quanto avviene per altre specie d’allevamento, la fase di abbattimento non dovrà, tra l’altro, indurre alterazioni fisiologiche e biochimiche che possano alterare la qualità del prodotto ottenuto.
La domanda precedente è naturalmente seguita da questa: gli insetti provano “dolore”?
Questione complicata.
In tutti gli organismi animali, dai più semplici a quelli con organizzazioni corporee più complesse, sono presenti meccanismi di percezione degli stimoli esterni tali per cui si inneschino delle risposte di allontanamento o di difesa rispetto a quelli fastidiosi o dannosi. Il sistema nervoso, che negli organismi pluricellulari regola la percezione degli stimoli e le risposte conseguenti, è strutturato in modo assai diverso nei vari gruppi e certamente quello di un artropode come l’ insetto è ben diverso rispetto a quello dei vertebrati. Quindi la percezione di uno stimolo negativo da parte di un insetto non può essere assimilato al dolore, nell’accezione che noi diamo a questo termine.
Metodi di abbattimento che utilizzino la surgelazione o l’anidride carbonica potrebbero garantire una eutanasia indolore?
Per le ragioni dette nelle risposte alle due domande precedenti e dopo le verifiche che verranno fatte in merito, è probabile che sia opportuno adottare procedure come quelle che lei indica e che inducono un progressivo rallentamento della reattività agli stimoli.
Allevare insetti in ambiente controllato significa anche illuminazione artificiale e condizionamento dell’aria. Dal punto di vista del consumo di energia questa attività è davvero sostenibile?
Dipenderà molto dalle condizioni di temperatura e di illuminazione delle zone in cui si pensa di collocare un allevamento in quanto sarà ovviamente diversa la situazione ambientale in un paese nordico rispetto ad uno mediterraneo. Inoltre mi permetto di osservare che è nel rapporto tra costi e benefici che si può definire la sostenibilità di un’attività. I benefici derivanti da un allevamento di insetti commestibili ben pianificato e condotto appaiono potenzialmente in grado di superare di molto i costi, rendendolo quindi anche sostenibile dal punto di vista ambientale.
Pensa si potranno avere problemi inaspettati nel passaggio dall’allevamento di insetti commestibili su scala da laboratorio a quello su scala industriale?
Si prevede che negli allevamenti su larga scala dovrà essere posta molta attenzione su diversi punti come il benessere degli animali (controllo e prevenzione di patologie, infezioni), la qualità e la salubrità della dieta impiegata (presenza di elementi, molecole o microorganismi contaminanti) la biosicurezza (evitare fughe di animali) e la salute degli operatori. Una attenta programmazione e un assiduo controllo delle fasi di conduzione dell’ allevamento dovrebbero ridurre l’incidenza di eventi inaspettati.
Se raccogliessi delle cavallette dal prato dietro casa e le mangiassi, correrei meno rischi sanitari rispetto al mangiarne di allevate?
Le rispondo con una domanda. Si sentirebbe più sicuro nel consumare una cozza d’allevamento o una pescata direttamente? E’ probabile che la risposta sarebbe “dipende da dove vado a raccoglierla”. In una filiera produttiva ben condotta i rischi di bioaccumulo di sostanze nocive legate alla catena trofica sono controllabili.
La Società Entomologica Italiana ha in previsione di avviare studi indipendenti sugli insetti commestibili?
Nell’ambito dei suoi obbiettivi statutari la SEI, assieme all’Accademia Nazionale Italiana di Entomologia, ha promosso una specifica sessione dedicata all’ “Uso alimentare degli insetti”, nel corso del XXV Congresso Nazionale Italiano di Entomologia che avrà luogo a Padova dal 20 al 24 giugno. L’inserimento di questa sessione nel programma del congresso testimonia del crescente interesse che la tematica suscita nella comunità scientifica ed in particolare fra gli studiosi di entomologia e sarà occasione per stimolare nuove idee e possibili collaborazioni in un ambito molto promettente sia per quanto riguarda le ricerche di base che quelle applicative.