Intervista con Ana C. Day, fondatrice di 4Ento
Il settore internazionale degli insetti commestibili è sulla strada giusta per ottenere un pieno successo?
Come gli altri settori, anche quello degli insetti commestibili dovrà affrontare e vincere tutte le normali sfide collegate al proprio sviluppo, in più ci sono sfide distintive uniche che lo caratterizzano nella sua specificità. Speriamo di imparare dagli altri errori degli altri settori, dai loro tentativi e fallimenti , per fare un lavoro migliore e non diventare parte del problema.
Il nostro settore non si può sviluppare velocemente e non potrà vincere queste sfide puntando sulle individualità, né su laboratori isolati, ma deve essere sostenuto dagli sforzi congiunti nelle varie applicazioni.
In un mondo ideale …
Gli specialisti di diversi settori, come biologia molecolare, biochimica, farmacologia, tossicologia, fisiologia e così via, devono lavorare insieme per portare gli insetti commestibili dall’essere una fonte alimentare alternativa e sostenibile all’essere inseriti nel mercato.
Questo non è necessariamente facile, ma abbiamo bisogno di colmare le lacune. Le collaborazioni multidisciplinari devono diventare “obbligatorie”. Dobbiamo essere in grado di guardare i problemi da diverse angolazioni e applicare tecniche diverse per vincere le sfide.
Se capiamo che gli obiettivi sono comuni e la nostra responsabilità è condivisa, siamo in grado di superare le diverse finalità e metodologia, ad esempio tra industria e mondo accademico. Abbiamo bisogno di creare incentivi e modelli per proficue collaborazioni.
Quanto tempo ci vorrà per trasformare il “potenziale” in “concreto”, riferendosi al mercato europeo?
Direzionare e incoraggiare la partecipazione e il coinvolgimento per passare dal potenziale al concreto, ha dimostrato di essere molto impegnativo nel nostro settore. È necessario affrontare i fattori positivi e negativi sia degli insetti che degli umani (non sono sicura dei veri problemi che il mondo affronta e del perché gli insetti possano dare un contributo importante, questo deve essere più chiaramente definito. E’ quasi impossibile avanzare in modo proattivo fino a quando questo non succederà).
Si sta lavorando su alcuni principi di base per ottenere azioni concrete, mentre si lavora anche per alla sicurezza dei consumatori (umano/animale) e dei lavoratori.
Alcuni players possono essere un po’ più avanti di altri, ma in generale siamo nel bel mezzo della fase di creazione delle condizioni migliori, in attesa di ulteriori risultati da quella di Ricerca&Sviluppo e della strutturazione dei regolamenti. Il nostro sentiero diventerà un’autostrada nel momento in cui supereremo quegli ostacoli la cui esistenza che sfugge al nostro controllo, come le lunghe procedure di regolamentazione. In questo senso stiamo però fortemente cercando di promuovere tavoli di cooperazione.
Noi non siamo solo un altro paio di scarpe da tennis. Ci troviamo di fronte al fatto che abbiamo bisogno di aiutare i nostri consumatori e clienti a superare un forte fattore involontario di repulsione e dobbiamo essere consapevoli che abbiamo l’onere di cercare di cambiare le abitudini alimentari delle persone in Occidente.
La UE si muove troppo lentamente in senso normativo?
Se prendiamo in considerazione tutte le campagne internazionali, tutti i movimenti e la propaganda per sradicare la fame, per risparmiare acqua, porre fine allo spreco alimentare e le questioni del cambiamento climatico, la risposta è: sì, molto lentamente. Un po’ di buona volontà da parte di legislatori e funzionari pubblici contribuirebbe a farci percorrere quell’ultimo miglio che ci manca.
Credo davvero che cornici di regolamentazione debbanono essere concretizzate, che tutti i meccanismi per valutare la conformità e impostare l’elevato standard per lo sviluppo del nostro settore siano necessary e debbano funzionare … detto questo, la maggior parte degli Organismi di regolamentazione hanno addotto la mancanza di domanda da parte dei consumatori per giustificare la loro mancanza di azione e coinvolgimento/investimento sul tema degli insetti commestibili.
Stiamo lavorando con entrambe le mani legate dietro la schiena…eppure siamo ancora qui.
Qual è la tua opinione su circostanze del “pensionamento” di Paul Vantomme?
Credo che la mia opinione e la mia posizione su questo argomento siano chiaramente espresse nel mio blog. A meno che non sia stata male informata, vedo solo circostanze legittime per il meritato pensionamento di Paul. La nostra attenzione dovrebbe essere puntata sulle circostanze “per cui non è stato sostituito”.
Cosa può fare l’industria degli insetti commestibili per avere un’efficace azione di lobbing nel contesto politico?
La chiave sta ovviamente nel riuscire a incrementare di molto la consapevolezza sia nel settore pubblico sia nei tra I consumatori riguardo i principali problemi che affliggono il pianeta e il ruolo molto positivo che l’entomofagia può giocare nel risolverne alcuni.
Tuttavia, a mio parere, c’è molto poco che l’industria degli insetti commestibili possa fare nelle condizioni attuali. Non si generano fatturati sufficienti a finanziare con costanza e successo qualcosa di così impegnativo e costoso come un’azione robusta di lobbing, o grandi campagne d’informazione. Il risveglio d’interesse per gli insetti commestibili da parte delle grandi imprese transnazionali può essere di grande aiuto nel portarne avanti lo sviluppo, nonostante esista la sensazione che questo interesse possa anche rivelarsi un’arma a doppio taglio. Iniziative come ProteINSECT e IPPIF (tra gli altri) sono un buon esempio di come si possano ottenere risultati dal lavoro di gruppo. Quindi fare gruppo dovrebbe contribuire in modo significativo a muoversi nel modo più efficace nel contesto.
Avere un portavoce condiviso potrebbe contribuire a migliorare le relazioni con l’UE, o bisognerebbe agire a un livello superiore, come la FAO per esempio?
Molti (me compresa) credono che avere un portavoce condiviso sarebbe necessario per incanalare meglio tutti gli sforzi, ma molto pochi sono disposti a far sì che questa persona venga retribuita per tutte quelle ore di lavoro e di impegno. Anche se la maggior parte dei valori fondamentali sono i medesimi per le aziende del settore, non sempre è possibile avere anche lo stesso approccio o una strategia di mercato comune. Questo porta sempre qualche disagio ai tavoli dove si dovrebbe parlare di collaborazione, fino a guastare gli sforzi, come ho visto accadere più di una volta.
Non sono sicura che il problema sia che abbiamo bisogno di migliorare la relazioni con le Istituzioni, ma che abbiamo bisogno di costruirne, una solida tanto per cominciare, e poi naturalmente mantenere il rapporto aperto e reciprocamente rispettoso (non sempre il caso, è ben noto come in certe occasioni siamo stati sottoposti a un ingiusto giudizio da parte di alcuni funzionari pubblici che giustificano i loro verdetti asimmetrici basandoli su proprie convinzioni molto personali più che sullo svolgere il poprio lavoro).
La UE è solo una parte dei paesi membri della FAO. La FAO non è al di sopra di nessuno dei governi dei paesi, membri ma, al contrario, segue le proposte/esigenze/bisogni dei paesi membri…
Pensi che mostrare gli insetti “così come sono” potrebbe essere un approccio negativo per comunicare un settore che qualcuno dice aver bisogno di normalizzazione?
Definire la normalizzazione!!
Normale per chi?
Noi siamo parte di una soluzione planetaria, e c’è mercato per gli insetti “come sono” così come per i prodotti detivati. Capisco esattamente quello che vuoi dire, io lavoro con 3/4 dei players del settore, e so che a volte si accende questa discussione, ma è un argomento minore! Come svizzera, ho sempre giocato la mia carta di neutralità, perché credo che ognuno abbia il diritto di commercializzare il proprio prodotto come meglio crede. Tuttavia, siamo ancora alla ricerca di una “immagine ombrello” per il settore.
Se si prende l’esempio specifico della Svizzera, qui, le autorità considerano i prodotti a base di insetti commestibili “fuorvianti”. Questo è il motivo per cui non al primo tentativo non ci è stata concessa l’autorizzazione a commercializzarli.
E’ divertente come alcuni sostenitori degli insetti “così come sono” pensino che i prodotti a base di insetti siano per fichetti! Se si guarda più a fondo, la situazione diventa ancora più avvilente: la comunità degli insetti come mangime per gli animali ha il più largo supporto da parte di quella degli insetti come alimento per gli esseri umani, ma molto raramente succede il contrario! Che è un peccato.
Siamo tutti nella stessa barca, la straordinaria alternativa che proponiamo soffre di un handicap culturale e visivo che dobbiamo superare con pazienza, solidarietà e tantissimo buon marketing!
Investire denaro, tempo ed energia nel business degli insetti commestibili è qualcosa che suggeriresti ad un giovane imprenditore?
Questa è una domanda a trabocchetto! E io non sono sicura di avere la risposta. Ho quasi 50, ho già fatto metà del mio viaggio, e investire i miei soldi, il mio tempo e la mia energia era ed è tuttora, una scelta molto personale. Forse in questa fase della mia vita non sento la necessità di ottenere necessariamente soddisfazioni di tipo proefessionale..
Un mentore una volta mi ha detto che, al fine di raggiungere il successo nel mondo degli affair, è necessario utilizzare almeno 2 delle 3 cose che hai menzionato nella tua domanda; tempo, energia e denaro, quindi la mia risposta dovrebbe essere NO. Non consiglierei di investirci a tempo pieno in questo momento.