3diFila sugli insetti commestibili a Frankie Hi-NRG
Come reagiscono i tuoi sensi all’idea di assaggiare degli insetti commestibili, o come hanno reagito la prima volta, se ti è già capitato di provarli?
Mi è capitato di mettere in bocca degli insetti quando ero piccolo, un po’ come fanno tutti i bambini. Da adulto e coscientemente ancora no, anche se mi è successo di avere l’occasione di assaggiare dei vermi, ma ho preferito il pollo con i pomodori che era più invitante e meno trasgressivo!
Se penso a mettere in bocca un insetto adesso, devo rispondere che dipenderebbe da che tipo di insetto mi viene proposto: ho dei problemi con i ragni (ma so che alcuni sono molto buoni), più volentieri mangerei un grillo o una cavalletta…però il grillo mi sta più simpatico. Non mangerei cimici o cose del genere invece, anche se sono piuttosto usati e in certe parti del mondo ci fanno dei festival interi.
Dagli insetti commestibili si possono ricavare farine (per l’utilizzo in dolci, pasta, pane, pizza), vari tipi di snack, barrette energetiche, integratori per sportivi. Quale tra questi prodotti potrebbe avere più successo in Italia?
Se si usa la farina, e quindi non si capisce che ci sono dentro gli insetti, allora direi tutti.
Per il resto direi i prodotti che scrocchiano, quindi gli snack. Il croccante riesce a mettere una certa distanza psicologica rispetto all’insetto che stai mangiando, è una sensazione cui siamo più abituati (penso alle patatine). Quelli molli che quando li addenti fanno “squash” non incoraggiano molto al consumo.
Sostenibilità ed ecocompatibilità sono due motivi sufficienti per mangiare meno carne e integrare le nostre diete con proteine provenienti da fonti alternative come gli insetti commestibili?
No.
No perché con la cultura che abbiamo in Italia, nonostante esistano movimenti d’opinione e le pratiche vegan –ma non solo vegan- siano molto diffuse, prima di ridurre il consumo di carne per questi motivi ci vorrà ancora moltissimo tempo.
Io non sono vegano o vegetariano, mi definisco onnivoro e la carne mi piace molto, e sono d’accordo quando si dice che dovremmo tornare a modelli di allevamento degli animali più simili a quelli che utilizzavano i nostri nonni. Poi io abito in Lombardia, a Cremona, dove l’allevamento intensivo è diffusissimo, ed è evidente il consumo di suolo, l’inquinamento, l’utilizzo di anitibiotici e altri medicinali. Sono cose note, eppure nonostante queste motivazioni più che valide non riusciamo a ridurre i nostri consumi. E parlo anche per me stesso, anche se non sono un fanatico della carne. Evidentemente non sentiamo queste motivazioni in modo profondo, mentre ho amici vegani per i quali sono invece molto forti.