Intervista a Edoardo, Francesco e Andrea di AddEnto
Attraverso quali canali siete venuti a conoscenza del mondo degli insetti commestibili e come nasce il progetto AddEnto?
Siamo 3 amici di lunga data, attenti al tema dell’ecosostenibilità.
L’idea nasce dal desiderio, condiviso da tutti e tre, di trovare soluzioni innovative rispondenti a sfide sociali emergenti. Il progetto punta infatti a diventare promotore di una buona pratica con l’obbiettivo di migliorare gli attuali modelli di consumo alimentare, altamente insostenibili.
In particolare l’industria della carne ha dei costi ambientali elevatissimi.
Gli insetti commestibili hanno moltissime possibilità di impiego, su quali avete puntato e per quale motivo?
Il core business è la produzione, comunicazione e commercializzazione di una linea di prodotti alimentare a base d’insetti sul mercato europeo (in particolare Belgio, Olanda, Francia, Italia).
Proponiamo due prodotti realizzati con farina di grillo, nutrizionalmente bilanciati e ricchi di proteine sostenibili: Crickelle e Crickette.
Le Crickelle sono un prodotto secco, della tipologia degli snack. Nella forma, nella consistenza e negli ingredienti utilizzati sono molto simili ai classici cracker. Si differenziano invece dal punto di vista nutrizionale: il valore proteico è molto più elevato grazie all’aggiunta di farina di grillo (30% circa); anche vari micronutrienti, quali minerali e vitamine, saranno presenti in percentuali elevate.
Le Crickette sono una miscela (simile a quella per falafel) pronta all’uso per la preparazione di alimenti in diverse forme (polpette, burger, etc.).
I prodotti sono secchi (non devono quindi sottostare alla dispendiosa catena del freddo) e ready-to-eat. Verranno venduti attraverso una piattaforma web e recapitati direttamente a casa.
Quali competenze avete dovuto mettere in campo per l’ideazione e la sperimentazione dei prodotti che commercializzerete?
L’integrazione delle nostre diverse competenze professionali ci ha permesso di avere una visione più ampia del problema e delle possibili soluzioni in fase di progettazione. Edoardo (laurea specialistica in economia presso l’Università Bicocca) ha sviluppato il business model e il business plan, Francesco e Andrea (laurea specialistica in design della comunicazione al Politecnico di Milano) si sono concentrati sulle modalità con cui comunicare il tema – l’entomofagia -, sulla nostra visione e su come descrivere il progetto in maniera chiara ed efficace. Tutto il team ha poi lavorato allo sviluppo del prodotto alimentare immaginandosi come renderlo appetibile per una clientela occidentale. La gestione manageriale della società verrà seguita da tutti e tre (ognuno di noi ha un’esperienza di almeno due anni di project management). Francesco sarà poi responsabile di tenere i contatti con l’esterno e dello sviluppo della strategia di comunicazione, Edoardo dell’amministrazione economico-finanziaria e della ricerca di investitori, Andrea dello sviluppo strategico del progetto con un approccio tipico del systemic design e del food design.
Verranno sicuramente attivate delle collaborazione uno chef professionista, un ingegnere dell’alimentazione, un nutrizionista per un ulteriore sviluppo del prodotto. Inoltre abbiamo già individuato uno studio di progettazione dell’atto alimentare che ci aiuterà nella comunicazione.
La materia prima e la sua origine è un fattore chiave nell’industria alimentare, dove reperirete gli insetti?
I grilli (acheta domesticus) che abbiamo utilizzato finora sono stati acquistati da allevatori olandesi garantiti e pensiamo di portare avanti questa pratica anche per i primi anni di produzione. Se in futuro sarà possibile reperire insetti edibili direttamente in Italia, potremmo però cambiare fornitori, favorendo degli allevatori locali.
Avete ricevuto qualche tipo di finanziamento per l’avvio del progetto?
Al momento non abbiamo ancora ricevuto finanziamenti esterni. Nel corso dell’ultimo anno abbiamo partecipato a diversi bandi e ci siamo classificati al secondo posto nel concorso internazionale organizzato da Barilla “Good 4 StatUp the Future”. Inoltre da qualche mese Addento è ufficialmente accelerato da Rinascimenti Sociali, il primo acceleratore di startup ad impatto sociale in Italia.
Il progetto però ha già riscosso grande interesse: parteciperà a due importanti eventi fieristici (Future Job Festival e Fiera d’Autunno di Bolzano).
Quale sarà il vostro mercato di riferimento?
Il mercato di riferimento è quello dei sostituti di carne e derivati. E’ un mercato in forte espansione grazie alla crescente richiesta di prodotti salutari ad alto contenuto proteico ed all’attenzione alla sostenibilità ambientale. I prodotti a base di insetti sono superiori sia nutrizionalmente che per sostenibilità e al momento ne esistono circa 15 produttori in tutta Europa. Ci differenziamo grazie a prodotti ready-to-eat e diretti sostituti della carne e a una mirata strategia di comunicazione.
Ci rivolgiamo ad un target di giovani (25-40), sensibili al tema dell’ecosostenibilità e attenti alle scelte nutrizionali. I clienti e gli utenti coincidono mentre i beneficiari sono molteplici in quanto l’iniziativa ha un impatto sociale e ambientale molto ampio.
I prodotti a base di insetti riusciranno ad integrarsi con le abitudini alimentari degli italiani in tempi brevi?
E’ una sfida. La sensibilità verso temi legati all’ecosostenibilità si sta facendo sempre più forte e noi crediamo che le persone stiano sviluppando una consapevolezza verso le problematiche ambientali che fino a qualche anno fa erano viste come qualcosa di lontano: un problema che non valeva la pena affrontare subito. Oggi sono sempre di più le persone disposte a fare un passo avanti, ad impegnarsi e cambiare le proprie abitudini (alimentari e non) e condurre una vita più sostenibile e sana per se stessi e per il nostro Pianeta. Allo stesso tempo riscontriamo nel mercato alimentare italiano e nelle abitudini culinarie del nostro paese un interesse sempre più acceso nei confronti di prodotti nuovi e sperimentazioni di ogni genere. Inizialmente sarà un mercato di nicchia ma siamo convinti che anche gli italiani, come è già successo in molti altri paesi, apriranno le proprie cucine agli insetti una volta presa coscienza del loro valore in quanto alimento fortemente nutritivo e sostenibile allo stesso tempo.
Essere un’azienda italiana può dare una spinta supplementare al business fuori confine anche nel settore degli insetti commestibili?
Sappiamo benissimo che all’estero i prodotti alimentari italiani vengono molto apprezzati e i nostri prodotti mantengono per molti aspetti (forma, gusto) le caratteristiche dei prodotti della cultura mediterranea. D’altra parte, al momento attuale siamo molto indietro rispetto ad altri paesi: in Belgio e Olanda prodotti a base di insetti sono già disponibili nei supermercati, in Italia, invece, già solo reperire insetti edibili è un’impresa.
Confidiamo nella volontà da parte del pubblico e del privato di cogliere le potenzialità di sviluppo del settore e di fare investimenti adeguati per mettere a sistema tutte quelle lodevoli iniziative, imprenditoriali e non, che si sono sviluppate negli ultimi anni.
Questi cambiamenti dovranno però essere rapidi. Rischiamo di immetterci sul mercato quando i produttori di altri paesi avranno già una certa notorietà e sarà difficile colmare questo svantaggio competitivo.
Come immaginate Addento tra dieci anni?
Ora stiamo lavorando per realizzare un’idea in cui crediamo fortemente.
Noi confidiamo nel fatto che tra dieci anni gran parte della popolazione avrà deciso di assumere comportamenti e abitudini più sostenibili e che finalmente ognuno di noi comincerà a prendersi cura del Pianeta attraverso scelte più coscienti.
Nel futuro vediamo un cambiamento necessario e noi vogliamo fare parte di esso.