È stato suggerito che l’impatto ecologico dei grilli come fonte di proteine alimentari è inferiore a quello di forme convenzionali di bestiame allevato, questo a causa della loro relativamente efficiente capacità di conversione del mangime e di consumare residui organici.
Questo studio ha misurato i livelli di biomassa in uscita e l’efficienza nella conversione del mangime nei grilli domestici (Acheta domesticus), allevati con diete variabili in termini di qualità, che vanno da quelle a base di cereali a quelle altamente cellulosiche. Le misurazioni sono state effettuate su una scala di densità di popolazione maggiore a qualunque altra precedentemente riportati in letteratura scientifica.
Per le popolazioni di grilli che sono stati in grado di sopravvivere fino a una dimensione adeguata per la raccolta, i rapporti di conversione del mangime misurati erano più alti (quindi meno efficienza) rispetto a quelli riportati da studi condotti su scale più piccole e a densità di popolazione minori. Rispetto alla produzione di pollame su scala industriale, i grilli alimentati con una dieta a base di mangime per pollame hanno mostrato scarsi miglioramenti in termini di efficienza di conversione delle proteine.
I grilli nutriti con rifiuti di origine alimentare-urbana minimamente processati e con diete composte in gran parte di paglia hanno mostrato un fattore di mortalità >99%, senza raggiungere la dimensione di raccolta.
Pertanto, il potenziale di A. domesticus di integrare in modo sostenibile l’apporto proteico globale, al di là di ciò che è attualmente prodotto con polli alimentati a cereali, dipenderà dalla capacità di intercettare flussi regionali di rifiuti organici di relativamente alta qualità che non sono attualmente in uso per la produzione di bestiame.
Studio condotto da Mark E. Lundy e Michael P. Parcella – Università della California.
Scarica lo studio in formato pdf (testo in inglese): I grilli non sono un pasto gratis