Quando il mercato degli insetti commestibili si aprirà definitivamente, il consumatore si troverà a poter scegliere tra prodotti diversi. E nella categoria consumatori dobbiamo annoverare anche gli allevatori ittici, quelli avicoli e quelli dei mammiferi da carne.
Scegliere è certamente espressione di libertà, a patto di essere in possesso delle informazioni necessarie a prendere una decisione. Mettere il consumatore in questa condizione favorevole, l’essere informato, è compito e obbligo del produttore, ad esempio attraverso l’etichettatura.
Ma ci sono informazioni che non si possono riportare su una etichetta perché sono in un certo senso immateriali, appartengono al mondo della suggestione e della fascinazione, del saper raccontare di sé e di ciò che si fa, del come lo si fa, sono percezioni anche emotive. Non si possono riportare ma si possono trasmettere attraverso simboli che le richiamino.
Mettere tutto insieme è la strada più congeniale per un Paese come il nostro, il cui solo nome –quando si parla di alimentare- evoca amore rispettoso per l’alta qualità, rispetto amorevole per i processi produttivi, gli ingredienti e i controlli, una lunghissima storia di sapienza e applicazione.
Immagine e sostanza.
Un Marchio di Qualità unico e univoco per l’intera filiera dell’”Insetto italiano”, sostenuto da un protocollo condiviso anche con il coinvolgimento istituzionale, dovrebbe caratterizzare da subito il settore, renderlo immediatamente riconoscibile fornendo al contempo al consumatore le garanzie e le informazioni che cerca. Una priorità soprattutto quando si introduce nel mercato una gamma di prodotti che, per la serie di motivi noti a tutti, scontano già in partenza un handicap fatto di pochissima conoscenza, di assoluta novità, di mancanza di familiarità culturale oltre che gastronomica, di diffidenza preconcetta.
In questa ottica, anche le preoccupazioni degli operatori italiani riguardo il ritardo accumulato rispetto a Paesi come Francia, Belgio, Olanda e Inghilterra sarebbero destinate a svanire: nessuno infatti, se non con frode e contraffazione, può avvantaggiarsi di quelle valenze immateriali che solo l’Italia esprime e può esprimere.
Certo non potrà essere solo una questione di etichetta verde-bianco-rossa, sono necessarie anche delle solide basi scientifiche.
Lo spazio di mercato destinato all’”Insetto italiano” è perciò potenzialmente protetto, verrà conquistato da altro (o altri) solo se non si riuscirà a delimitarlo chiaramente in modo da poterne anche difendere i confini.
Un vessillo tricolore dovrebbe essere presto visibile sulla torre più alta.