Intervista con Davide Rizzoli, fondatore di Mini’s Food
Ciao Davide, raccontaci come hai iniziato ad interessarti di insetti commestibili
Ciao! La prima volta che ho sentito parlare di insetti commestibili è stato in università durante una lezione di igiene e sicurezza degli alimenti. In quell’occasione ho scoperto alcune potenzialità degli insetti, ad esempio di quanto sono efficienti nella trasformazione di mangime in massa corporea. Ne sono rimasto colpito e così ho cominciato ad avvicinarmi al mondo dell’entomofagia. Dopo qualche settimana di ricerche su Google tipo “come allevare grilli” ho pensato di unire alcune mie competenze. Sono un cuoco che sta proseguendo gli studi in università, dove mi occupo anche di sicurezza e igiene degli alimenti ed è così che è nato Mini’s: unendo i miei percorsi di studi in un unico progetto.
Parlaci del tuo progetto Mini’s Food
Mentre cercavo informazioni sugli insetti destinati al consumo umano, mi sono reso conto essenzialmente di due problemi: esistono poche informazioni e gli insetti fanno impressione.
Chi mangerebbe una cavalletta intera in un sol boccone? Io l’ho fatto, ma non è stato facile. Gli insetti rappresentano un alimento dalle grandi potenzialità, ma ad oggi immagino che poche persone si ciberebbero di insetti di propria volontà. L’obiettivo di Mini’s è proprio questo, abbattere quel tabù culturale che ci impedisce di sfruttare un alimento così valido, attraverso delle video ricette e vari contenuti sui social network. Stiamo rendendo “normale” il mangiare insetti, nella speranza di trasmettere dei valori positivi a chi ci guarda.
Quali feedback ricevi dal pubblico che vede i tuoi video?
Mini’s è stata una piccola rivelazione, non mi sarei aspettato tanto supporto sia da amici che da sconosciuti. I feedback sono super positivi, i video piacciono a molte più persone di quanto ci saremmo aspettati e abbiamo già ricevuto numerose richieste di persone che vogliono una cena a base di insetti preparata da noi!
L’Italia ha una grande tradizione gastronomica, pensi che gli insetti possano diventarne parte?
Ci sono diversi modi di vivere le tradizioni. La tradizione può essere intoccabile, dove sopra una pizza margherita non mi sognerei mai di aggiungere dei grilli perché non aggiungerebbero nessun valore alla tradizione. Esiste però una fetta di tradizione che è sempre pronta ad essere migliorata, parlando sempre di pizza possiamo aggiungere la farina di insetti nell’impasto, andando ad aumentarne il valore proteico. Abbiamo accettato impasti integrali, ai grani antichi, ai carboni vegetali, penso che accetteremo anche impasti con insetti.
Quale ruolo possono avere gli chef professionisti nella diffusione dell’entomofagia?
Gli chef sono e saranno pionieri delle innovazioni in cucina, anche dentro le nostre case. Da quando mia sorella guarda programmi culinari, la cucina di casa mia si è trasformata nella cucina di un ristorante stellato, salvo quando ai fornelli ci sono io. Di recente la Guida Michelin ha introdotto la “Stella Verde”, un riconoscimento extra per gli chef attenti alla sostenibilità in cucina. Questo premio ed altre iniziative saranno sicuramente promotori della diffusione dell’entomofagia nelle cucine professionali, fattore utile allo sdoganare il concetto di disgusto nei confronti degli insetti.
E quale ruolo possono avere i ragazzi della tua generazione?
La mia generazione ha sicuramente il compito di preservare e migliorare i progetti legati alla sostenibilità che sono nati nell’ultimo decennio, la proposta di utilizzo di insetti come fonte di proteine è nata proprio a questo proposito. Per quanto vedo io attraverso i miei canali, la mia generazione si sta dimostrando piuttosto aperta e positiva nei confronti di questa novità.
Penso comunque che il fattore chiave non siano tanto gli chef o i ragazzi, bensì ciò che i prodotti a base di insetti saranno in grado di offrire dal punto di vista organolettico.
Che progetti hai per il futuro?
L’obiettivo più prossimo è quello di organizzare delle cene a base di insetti con pochi ospiti, saranno degli eventi riservati dove il contatto diretto tra il cuoco e l’ospite sarà fondamentale nel portare a termine l’esperienza culinaria. Inoltre, sto collaborando con altre figure professionali per creare una community legata all’entomofagia.
A presto!