Intervista a Oscar Sabag, Metabolic
Parlaci del progetto Metabolic
Metabolic è un’agenzia per la trasformazione sociale che lavora con tutti i tipi di partner per portare l’economia globale ad uno stato più sostenibile. In tutto il nostro lavoro, utilizziamo sistemi di pensiero come approccio fondamentale per l’analisi e la strategia. Questo significa che analizziamo le dinamiche complesse che danno origine alle sfide sulla sostenibilità per trovare i punti chiave in cui l’azione è più urgente e può essere più efficace.
Il nostro lavoro è per sua natura multidisciplinare, e abbiamo esplorato moltissimi argomenti, comprese le questioni relative agli spazi edificati, alle industrie, alle città e alle regioni, fino a interi settori economici. Parallelamente al nostro lavoro lavoro di consulenza, abbiamo alcuni progetti on-the-ground di ricerca e sviluppo di tecnologie per l’energia decentralizzata e la policoltura.
Cosa è il metabolismo urbano?
Il concetto di metabolismo urbano è stato ispirato dai processi attraverso i quali gli organismi trasformano il cibo e le risorse in materiali da costruzione, energia per il lavoro e prodotti di scarto. C’è una forte similitudine tra queste reazioni biologiche e il modo in cui l’attività umana trasforma l’energia e le materie prime in beni di consumo, macchinari e tecnologie, edifici e infrastrutture, rifiuti. Su scala globale ci riferiamo a questa attività con “metabolismo dell’antroposfera”, mentre a livello di città, dove si concentrano sempre più popolazione e attività economiche, si usa la definizione di “metabolismo urbano”.
Come concetto, il metabolismo urbano è utile per visualizzare le connessioni e processi di trasformazione attraverso cui l’energia e i materiali fluiscono attraverso la nostra economia. Questa mappatura a sua volta ci aiuta a risalire agli impatti negativi, alle aree che hanno priorità di intervento, e a identificare le opportunità per l’economia circolare; tutto questo è parte del nostro lavoro a Metabolic.
Qual è la tua idea sul modello per le città del futuro?
Attualmente le città inglobano una parte enorme dell’attività umana, coinvolgendo circa il 55% della popolazione mondiale, ma producendo l’80% del PIL. Allo stesso tempo, consumano 80% della nostra energia e il 75% delle risorse naturali, mentre generano il 75% delle emissioni di gas serra. Questo rende le città un settore prioritario nel nostro lavoro verso un futuro sostenibile.
Ci sono molte visioni di ciò che le città saranno in futuro, da scenari distopici e post-apocalittici a reinvenzioni di ambienti organico-umanistici. Questo esperimento mentale è un esercizio divertente di per sé, ma è anche uno strumento importante per aiutarci a costruire il futuro che vogliamo come società.
In Metabolic cerchiamo di non essere prescrittivi su come le città (o qualsiasi altra cosa) dovrebbero essere in futuro. Riconosciamo l’esistenza di una diversità di visioni e percorsi con vantaggi complementari, in cui il contesto locale è fondamentale, che ci possono portare a raggiungere i nostri obiettivi. In breve, crediamo che non esista una soluzione one-size-fits-all.
Personalmente, in genere preferisco una visione della città come luogo high-tech, ad alta densità, a impatto zero, dove la creatività, il benessere e lo sviluppo personale sono incoraggiati. Questa città ha integrato nel suo spazio la natura e la biodiversità, è fondamentalmente autosufficiente per l’energia, il cibo e la produzione di materiali, in cui le attività come quelle agricole ed estrattive (ad esempio le miniere e la pesca) si sono ritirate dall’ambiente consentendo alle aree naturali di occupare più superficie.
L’ambiente urbano è il posto giusto in cui le economie circolari possono avere luogo?
Lavorare a livello urbano ha molti vantaggi, però molte condizioni sono necessarie per creare economie circolari. Data l’elevata concentrazione di attività umane, le città hanno una alta concentrazione di risorse materiali. Due esempi comuni sono il fosforo e il rame, elementi in rapida diminuzione nelle riserve naturali, ma che potrebbero essere relativamente abbondanti in città. L’urina umana ha una concentrazione molto alta di fosforo che potrebbe essere recuperato per la produzione alimentare, mentre grandi quantità di rame sono presenti in infrastrutture spesso obsolete. Le città hanno altri vantaggi oltre alla vicinanza e la disponibilità di risorse materiali: sono siti fertili per l’innovazione, gli sviluppi tecnologici, organizzativi e di mercato; forniscono lo spazio per l’interazione tra molti soggetti diversi e di solito hanno più capitale o accesso al capitale rispetto alle zone rurali.
Ci sono ancora molti ostacoli da superare perché per le economie circolari possano emergere spontaneamente in tutto il mondo: la mancanza di infrastrutture adeguate e di tecnologia per il recupero dei materiali, di adeguati incentivi normativi e di mercato per consentire e incoraggiare queste attività, ma le città sono uno dei posti migliori dove possiamo cominciare a rimuovere queste barriere e scatenare la circolarizzazione dell’economia.
Produrre cibo e mangimi trasformando i rifiuti organici attraverso la bioconversione mediata da insetti commestibili è qualcosa che può inserirsi nella vostra idea di città “intelligente”?
Questo è qualcosa che sicuramente si adatta all’idea. Gli insetti commestibili hanno molti vantaggi economici e ruoli da ricoprire in una città intelligente e in un’economia circolare. Come fonti di cibo gli insetti hanno un grande contenuto nutrizionale, ma i loro vantaggi più importanti sono l’efficienza nei rapporti di conversione di biomassa, la ridotta necessità di spazio e la capacità di accrescimento. In Metabolic abbiamo sperimentato l’utilizzo di insetti per il trattamento dei rifiuti organici, ad esempio utilizzando i lombrichi e la mosca soldato nera per la produzione di mangimi per pesci da scarti di cucina. La produzione di insetti direttamente commestibili è più complicata, complicazione parzialmente dovuta a fattori normativi, ma dal punto di vista dell’ecologia industriale ha assolutamente senso.
Quanto potrebbe essere importante l’autoproduzione del cibo nel XXI secolo?
Questo dipende da cosa si intende esattamente con “auto-produzione alimentare”, dal contesto socio-economico, e la nicchia che vorremmo occupasse nel sistema alimentare del XXI secolo. Ad esempio, l’autoproduzione di cibo urbano in micro-orti può svolgere un ruolo importante come fonte supplementare di micronutrienti da prodotti freschi per le popolazioni a basso reddito o comunque a basso accesso a frutta e verdura. Tuttavia, la maggior parte dei nostri bisogni calorici e proteici sono forniti da alimenti che sono difficili da coltivare in queste condizioni – tra cui i quattro principali (grano, riso, mais e patate), la soia, e alimenti a base animale. L’autoproduzione di cibo urbano è ulteriormente limitata dalla generale mancanza di terra e di spazio che caratterizzano le aree urbane. Accanto a questo, bisogna considerare che elevati rendimenti dipendono anche da conoscenze e tecniche specializzate.
Ad ogni modo, questo non vuol dire che l’autoproduzione sarebbe fattibile solo in zone periferiche e a basso reddito. Al contrario, ci sono interessanti opportunità perché l’autoproduzione possa avere un ruolo più importante, nonostante queste difficoltà. Ad esempio gli spazi giardinaggio condivisi in aree ricreative come i parchi pubblici che possono incoraggiare l’impegno della comunità e servire come spazi di trasferimento delle conoscenze tra i volontari e le pratiche di produzione senza terra -nuove ed esistenti- che sono adatte per le città, dove lo spazio è limitato.
Pensi che le città potrebbero correre il rischio di una carenza di cibo/proteine in futuro?
Ci sono almeno due dimensioni interessanti coinvolte nella risposta a questa domanda. La primo è riguarda la dipendenza dalla campanga che le città hanno per rifornirsi di cibo e l’uso di combustibili fossili per il trasporto urbano. La seconda ha a che fare con l’accessibilità economica e la convenienza del cibo.
Il primo è un problema di resilienza ed è un buon esempio della dipendenza generale che la nostra economia ha dai combustibili fossili. Cosa accadrebbe ai nostri sistemi di distribuzione del cibo durante una crisi, quando il petrolio non fosse disponibile?
Il secondo problema è già presente in molte città, anche nei paesi ricchi, nei quartieri a basso reddito enei distretti dove il cibo fresco e nutriente semplicemente non è presente. Il nostro sistema alimentare, costruito per reagire a incentivi economici, fornisce il cibo solo a chi può pagare per questo. Per coloro che cercano di massimizzare i profitti, i quartieri poveri non sono aree interessanti per aprire negozi e vendere cibo di qualità, ma solo quello di basso valore, altamente trasformato e non deperibile.
Questi sono solo due esempi di come il nostro sistema alimentare non è stato progettato per soddisfare le esigenze delle persone, per essere sostenibile, o resistente al cambiamento. Finché questi problemi non vengono affrontati, le città continueranno a rischiare l’insicurezza alimentare.
Qual è la tua opinione in merito allo sviluppo dell’entomofagia umana nel mondo occidentale?
. I media e le ONG specializzate, le Organizzazioni Internazionali, tra cui L’Entomofago e la Food and Agriculture Organization (FAO) delle Nazioni Unite, sono consapevoli dei molti vantaggi ambientali e sociali che si otterrebbero dal soddisfare alcune delle nostre esigenze nutrizionali con gli insetti commestibili. Non solo riusciremmo a ridurre alcuni stress ambientali provocati da altri prodotti di origine animale (soprattutto carne di manzo), ma gli insetti potrebbero anche portare maggiori benefici agli agricoltori (in termini di opportunità e diversificazione del reddito) come parte di policolture e sistemi di produzione a circuito chiuso.
Tuttavia l’entomofagia deve affrontare sfide molto impegnative per ottenere l’accettazione dei consumatori e contribuire a una quota significativa della nostra alimentazione. Mentre ci sono alcuni ostacoli normativi sulla produzione e vendita di insetti per i prodotti alimentari in molti paesi occidentali, la sfida più importante è quella con i consumatori che di solito rifiutano gli insetti sulla base di norme culturali e di reazioni di disgusto profondamente radicate. Il superamento di questi problemi non è impossibile, ma ha bisogno di sforzi coordinati per aumentare la visibilità e l’accettazione pubblica, soddisfare le tendenze dei consumatori attuali, e fornire condizioni di mercato che rendano gli insetti economicamente sostenibili per i produttori e consumatori.
Hai mai provato gli insetti commestibili?
Sì! Ho provato scorpione alla griglia una volta in Cina, che era salato e croccante, molto simile a alle patatine. Ho anche provato tacos con chapulines, un tipo di cavallette, l’ultima volta che sono stato in Messico. Quelli erano molto buoni, assieme alla salsa rossa.
Entrambe le volte ho pensato che non erano affatto male. Li mangerò sicuramente ancora e li consiglierei ad altre persone, per lo meno per provare l’emozione!
Per concludere questa chiacchierata, vorremmo invitare i lettori a dare uno sguardo al nostro lavoro sui sistemi di alimentazione e l’agricoltura. Quest’anno abbiamo pubblicato un importante lavoro per il WWF, “Il sistema alimentare globale: una analisi”, che illustra i molti impatti ambientali del sistema alimentare. Poi un progetto di follow-up, “Comportamento dei consumatori come un punto di leva nel sistema alimentare”, che esplora il potenziale di cambiamento delle scelte alimentari dei consumatori per ridurre gli impatti del sistema. Tra le altre questioni, si discute brevemente la riluttanza dei consumatori ad adottare gli insetti come parte della loro dieta.
Il cibo e l’agricoltura è un settore chiave per noi, e i lavori sono in corso in corso. Nei prossimi mesi pubblicheremo una serie di raccomandazioni dirette agli gli attori europei sulle strategiie di cambiamento nel sistema alimentare globale. Altri progetti in cantiere.
Per ulteriori informazioni o per rimanere aggiornati sul nostro lavoro, i lettori possono seguire il nostro profilo social media su Facebook o entrare in contatto direttamente con il team attraverso il nostro sito (www.metabolic.nl).