Intervista a Julie Lesnik, autrice di “Edible insects and human evolution”
Ciao Julie, parlaci un po’ di te e del tuo interesse per gli insetti commestibili
Sono membro del dipartimento di facoltà di Antropologia della Wayne State University di Detroit, Michigan, USA. Sono incappata casualmente nello studio degli insetti commestibili! Mentre lavoravo al mio dottorato di ricerca, volevo trovare un progetto che mi permettesse di studiare la relazione tra alimentazione e espansione delle dimensioni del cervello nel corso dell’evoluzione umana. La maggior parte delle persone interessate a questo tipo di argomenti studiano la caccia e il consumo di carne, io invece ero più interessata agli ominidi di piccole dimensioni che non sono considerati cacciatori, ma il cui cervello raggiunge dimensioni superiori del 20% a quelle degli scimpanzè. Devono aver fatto qualcosa di diverso con la loro dieta per sostenere le esigenze nutrizionali di questo aumento di dimensioni del cervello, e alla fine mi sono ritrovata a studiare come le termiti potrebbero essere una risorsa alimentare per l’uomo in questo momento.
Come e quando hai avuto l’idea di scrivere un libro?
Nell’aprile del 2013 ero a una conferenza e un mio buon amico e mentore mi ha suggerito che la mia ricerca avrebbe potuto essere trasformata in un buon libro. Ero in un momento della mia carriera in cui i fondi per la ricerca erano difficili da trovare, ma era molto importante che mantenessi un programma di ricerca attivo per avere la possibilità di ottenere una posizione in facoltà. Così ho lanciato l’idea del libro agli editori che erano presenti alla conferenza, e il contratto con la University Press of Florida è arrivato poco dopo. Sono anche orgogliosa che tutto questo sia successo un mese prima che uscisse il libro della FAO sugli insetti commestibili, ma sono anche sempre grata a quel documento perché mi ha aiutato a inquadrare il contenuto del libro in modo molto più significativo. Avere il contratto per la pubblicazione del libro è stato sicuramente utile per ottenere nel 2014 il mio attuale lavoro, ma proprio a causa dell’impegno per il nuovo lavoro ho deciso di far uscire la pubblicazione circa due anni dopo ciò che era stato originariamente previsto.
Puoi spiegare brevemente il contenuto?
Il mio libro illustra come possiamo ricostruire il nostro comportamento alimentare passato in relazione agli insetti commestibili. Gli ‘insetti commestibili sono invisibili nei registri archeologici, quindi creo modelli di come potrebbe essere stata l’entomofavia in base a come le persone in tutto il mondo si procurano oggi gli insetti, e a come li consumano i nostri cugini primati Per esempio, gli scimpanzé sono i nostri parenti viventi più prossimi, ma l’ultimo antenato comune che condividiamo con loro non era né umano né scimpanzé. Possiamo però indovinare alcuni dei comportamenti di questo antico antenato basandoci su cose che condividiamo con gli scimpanzé, e l’utilizzo di strumenti per la raccolta delle termiti è uno di quei comportamenti. Con quello come punto di partenza, sono in grado di discutere i modi in cui l’alimentazione a base di insetti è diventata più sofisticata nel tempo, raggiungendo in ultima analisi il tema dell’allevamento degli insetti oggi.
Pensi che l’entomofagia umana avrà presto successo nel mondo occidentale?
Penso che ci sarà un aumento costante nella sua accettazione con il passare degli anni, ma che ci vorrà un ricambio generazionale prima che sia diffusa. Ci vorrà un’intera generazione di adulti che allevano i loro figli con l’idea che gli insetti possono essere cibo e quindi sarà la generazione dei ragazzi a renderla mainstream.
Qual è la migliore strategia per aiutare i consumatori moderni a superare il “fattore disgusto”?
Studiare la psicologia del disgusto mi ha davvero aiutato. Il disgusto è qualcosa che viene programmato nei nostri cervelli in tenera età. Ci vogliono genitori che dicano ai loro figli di non giocare nei bidoni della spazzatura e nei bagni perché quei ragazzi crescano con l’avversione all’idea di toccare quelle cose. Sfortunatamente nella cultura occidentale indottriniamo i nostri bambini a pensare che gli insetti siano disgustosi, mentre altre culture hanno un atteggiamento molto più sfumato nei confronti degli insetti, identificando quali sono dannosi e quali sono utili. Quindi accettare che il disgusto fosse reale e capire il perché esistesse mi ha aiutato a convincermi che è qualcosa di assolutamente superabile.