Intervista a Roberto Cavasin, Master Bug
Raccontaci di te e di come hai scoperto la passione per gli insetti commestibili
Sono un amante della cucina in genere, mi piace molto cucinare e sperimentare nuovi piatti, sia della tradizione culinaria italiana che di altre culture. L’interesse per gli insetti è nato per caso circa sei mesi fa mentre, navigando su internet, mi sono imbattuto in alcuni siti di produttori europei di insetti commestibili e di alcune startup impegnate nella produzione di alimenti con insetti. Da lì ho cominciato, un po’ per gioco un po’ per curiosità, a cucinare dei piatti classici ma arricchiti dagli insetti commestibili.
La tua idea è quella di riuscire a far convivere la cucina casalinga, quella dei piatti quotidiani e non dei ristoranti, con gli ingredienti derivati dagli insetti. Pensi che questo tipo di ingredienti faranno breccia nella tradizione culinaria italiana?
Per chi è abituato ai piatti della propria tradizione è culturalmente molto difficile sperimentare qualcosa di totalmente diverso. Tuttavia se pensiamo a quando per la prima volta arrivò in Italia il sushi, molti furono i diffidenti che rifiutarono questa tipo di cucina. Oggi però ci sono una vastità di ristoranti giapponesi e gli italiani si sono progressivamente abituati ed innamorati di queste nuove pietanze. Il mio è un primo tentativo di avvicinamento tra una cucina semplice e casalinga e una diversa cultura che utilizza ingredienti a base di insetti…per sperimentare e creare dei nuovi piatti alla portata di tutti.
Cosa pensano gli amici dei tuoi piatti così poco usuali?
Molti mi conoscono come uno a cui piace cucinare e dopo una minima resistenza hanno subito sposato l’idea ed assaggiato i miei piatti, tuttavia l’impatti visivo con alcuni piatti in cui si possono vedere gli insetti interi non è ancora facilmente superabile e sono ancora pochi quelli che “osano” assaggiarli. Chi però li ha assaggiati ha definito questi piatti più ricchi e più saporiti dei soliti.
Pensi che gli europei siano pronti per mangiare insetti?
A livello europeo direi proprio di sì, già oggi in altri paesi europei troviamo numerosi ristoranti a tema, oltre che molti produttori ed allevatori di insetti. In Italia sarà un percorso probabilmente più lento, essendo lenta anche la legislazione del settore.
C’è un grande lavoro di educazione delle nuove generazioni dietro l’accettazione di un alimento come gli insetti. Hai in cantiere progetti che coinvolgano i bambini?
Sì, mi piacerebbe fossero i bambini a raccontare gli insetti e a comunicarci le loro impressioni e le loro sensazioni senza preconcetti o pregiudizi. Per arrivare a mangiare gli insetti dobbiamo scontrarci con la nostra cultura che li ha da sempre visti come minaccia o fastidio invece che alimento, anche se ci sono piatti tradizionali italiani in cui gli insetti ci sono già, come il famoso casu marzu.
La tanto dibattuta questione: è il caso di utilizzare immagini di insetti interi e di persone che li mangiano per promuoverne il consumo o questo tipo di comunicazione è controproducente?
Ho fatto alcuni esperimenti a riguardo da cui ho dedotto che evitare di mostrare l’insetto -sia nel piatto che nel packaging- sia la soluzione migliore per adesso, almeno per il mercato italiano. La quasi totalità dei commensali a cui ho proposto un prodotto che contiene insetti sotto forma di farina non ha avuto alcun timore nel mangiarlo, viceversa la percentuale scende di molto se l’insetto è ben visibile.
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Prova gli insetti come ingrediente delle tue ricette!