3diFila sugli insetti commestibili a Fabio Casciabanca, Ninja Marketing
Come reagiscono i tuoi sensi all’idea di assaggiare degli insetti commestibili, o come hanno reagito la prima volta, se ti è già capitato di provarli?
Sono curioso per natura, ho cercato di assaggiare ogni stranezza che ho avuto la fortuna di trovare in tavola. Mai, però, ho provato gli insetti.
Come reagirebbero i miei sensi? La vista è abituata ad altro ma non credo avvertirei ribrezzo. Dopo la prima coraggiosa cucchiaiata, penso che ripulirei il piatto.
Dagli insetti commestibili si possono ricavare farine (per l’utilizzo in dolci, pasta, pane, pizza), vari tipi di snack, barrette energetiche, integratori per sportivi. Quale tra questi prodotti potrebbe avere più successo in Italia?
Credo che i prodotti legati al fitness possano essere precursori di una alimentazione basata sugli insetti: chi si alimenta con quel tipo di prodotto (barrrette energetiche) punta probabilmente più sui risultati che sul gusto; ritengo probabile che possa “sorvolare” sulla presenza di insetti quando riesce a raggiungere un risultato legato all’allenamento.
Diverso è, a mio parere, l’impiego di farine a base di insetti nei prodotti più legati alla tradizione, come pasta e pizza, che proprio su quel punto di forza fanno leva.
Sostenibilità ed ecocompatibilità sono due motivi sufficienti per mangiare meno carne e integrare le nostre diete con proteine provenienti da fonti alternative come gli insetti commestibili?
Direi che sono motivi più che sufficienti: la sostenibilità non è un problema di scelta, di gusti o di regime alimentare, è una necessità improrogabile!
Leggo spesso che le nuove alimentazioni a base di insetti riusciranno a ridurre in maniera significativa lo squilibrio evidente tra parti del mondo, perché alimento “democratico”, dai bassi costi di produzione e facilmente reperibile.
Non so se sia davvero possibile rendere tutti uguali partendo dalla pancia, ma lo stile di vita che imponiamo al pianeta va rivisto, senza dubbio.