Intervista alla Dr.ssa Martina Costacurta, nuova responsabile di Italbugs per il settore Feed e Pet Food
Qual è la sua formazione e di cosa si occupa all’interno del Polo Tecnologico di Pordenone?
Sono laureata in Scienze e Tecnologie Animali, facoltà di Agraria e Veterinaria, dell’Università di Padova; lavoro in GeneticLab, una Società all’avanguardia nella ricerca sulla diagnostica genetica ed uno dei più evoluti laboratori di analisi in questo campo, collaborando alle varie attività, tra le altre anche a quelle legate al settore delle Biotecnologie Vegetali, dove abbiamo applicato le competenze alla biologia molecolare al Renewable Energy, utilizzando il metodo di micropropagazione clonale con colture agro energetiche specifiche per produrre biomassa e biocarburante.
Come è nato il suo interesse per gli insetti commestibili?
Il mio interesse è nato anche grazie all’incontro con il Dr. Ceriani, che spiegandomi il suo punto di vista, le sue idee, mi ha aperto una finestra su un settore assolutamente nuovo per noi europei ma di grande attualità per dare una potenziale risposta alla crescente domanda di proteine per nutrire il pianeta.
Che ruolo possono avere gli insetti commestibili nell’ambito dell’alimentazione animale?
Gli insetti hanno sempre fatto parte dell’alimentazione animale, lo si può osservare in natura, basta pensare alle nostre galline o a qualsiasi volatile, pesci ecc… Gli insetti hanno una dimostrata produttività proteica esasperatamente più grande di ogni altra sorgente vegetale o animale a cui siamo abituati. L’Europa sta ora normando i processi di allevamento e produzione di specie autoctone di facile gestione, per rendere questi processi alla portata sia degli allevatori che dell’industria mangimistica, noi vogliamo portare questo lato “nature” nelle nostre aziende zootecniche e nel Pet Food. Gli insetti hanno un’ottima efficienza di conversione, con 10 kg di vegetali si ottengono 1kg di carne di bovino e 9kg sono prodotti di scarto, al contrario dagli insetti si ottengo 9kg di prodotto alimentare e 1kg di scarto. In una superficie di 50mq2 , adibita all’allevamento di insetti, si ottiene la stessa resa di proteine di 1 ettaro di soia, ovviamente di maggior valore. Questo dimostra quanto il loro ruolo della coltura degli insetti sarà importante, innovativo, sostenibile ed etico.
Ritiene ci sia ancora bisogno di molta ricerca prima di poter garantire la sicurezza dei prodotti Feed e Pet Food derivati dagli insetti?
Certamente bisogna fare sempre ricerca, siamo appena all’inizio del percorso, ma fortunatamente il tempo sembra essere dalla nostra parte, in un anno, la visione dell’Ente Europeo, EFSA (European Food Safety Authority) è cambiata, reagendo attivamente e positivamente alle richieste del mercato europeo, mondiale, data da una maggiore richiesta di fonti proteiche sostenibili e certificate, da parte dei paesi emergenti. Esattamente come l’alimentazione umana, sia prodotti Feed che PetFood, dovranno avere e seguire dei protocolli di sicurezza igienico sanitari di tipo tradizionale, HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) l’insieme delle norme che regola la sicurezza dei processi in campo agroalimentare.
Pensa che questo nuovo tipo di alimentazione prenderà presto piede anche in Europa?
Sì, penso che in alcuni anni, visto che la popolazione arriverà a 9 miliardi, bisogna trovare una soluzione per poterla sfamare, ottimizzando l’uso delle risorse che abbiamo. L’idea alimentare nella cultura europea ed asiatica, è molto diversa anche se negli ultimi anni si sta assistendo ad una progressiva globalizzazione Il primo obiettivo di Italbugs, è quello di individuare una modalità per combinare le nuove matrici proteiche ai cibi che fanno parte della nostra tradizione, per questo evidentemente risulterà più semplice nell’alimentazione animale, per questo noi di Italbugs, parliamo di allevamento e studio e produzione di nuove matrici alimentari capaci di essere combinate con i prodotti della tradizione. Un nuovo tipo di proteina, anallergica, innovativa sostenibile e sicura, credo sarà la strada più giusta.
Il mondo degli allevatori è pronto a recepire questa novità?
Gli allevatori di oggi sono sì tradizionalisti ma anche sensibili a nuove fonti di reddito e l’allevamento degli insetti, dopo le opportune messe a punto, potrebbe essere una di queste e poi ci sono i “nuovi giovani agricoltori” di ampie vedute, innovativi, favorevoli al cambiamenti, specialmente se questi sono convenienti e portano fatturato/reddito all’attività.
Quali sono gli obiettivi del suo nuovo incarico in Italbugs?
L’obiettivo, in questa prima fase è il coordinamento dei vari attori di un processo, lungo e complesso, che vede collaborare mondo dell’agricoltura, dell’università e dell’industria mangimistica per sviluppare e validare protocolli igienici sanitari per il conseguimento della qualifica di Novel Food, realizzando un prototipo di allevamento di insetti autoctoni, validati e certificati a livelli igienico-sanitario (HACCP) e standardizzati (habitat e mangimi) per l’ottenimento di estratti proteici, nutrienti e sicuri ad elevato valore di mercato.
Come vede il futuro di questo settore?
Interessante e pieno di potenzialità, ci credo molto e ci farà fare grandi passi avanti, fondamentali per rendere sostenibile il nostro pianeta.