3diFila sugli insetti commestibili a Valerio Magrelli, poeta (e Professore universitario)
Come hanno reagito i suoi sensi all’idea di assaggiare degli insetti commestibili, la prima volta che le è capitato di provarli?
Immediatamente ho avuto delle perplessità, ma le ho superate velocemente anche perché sono una persona cui piace provare cibi nuovi.
Però devo dire che l’esperienza di mangiare insetti può avere esiti molto diversi. Per esempio la mia esperienza in Cina non fu molto bella, nel senso che si trattava di un piatto freddo di grilli e cavallette e questo rendeva la cosa un po’ repulsiva. Personalmente mi fa più impressione l’elemento viscoso che quello secco, per questo quel piatto non mi è proprio piaciuto. Viceversa in Messico usavamo, come fosse una spolverata di sale e pepe, delle formiche…ed erano buonissime.
Posso quindi dire di non avere pregiudizi e di essere riuscito anche a vincere il normale moto di disgusto, anche se nel secondo caso è stato più facile. E a mio giudizio la temperatura a cui vengono serviti gli insetti è uno dei parametri fondamentali da considerare.
Dagli insetti commestibili si possono ricavare farine (per l’utilizzo in dolci, pasta, pane, pizza), vari tipi di snack, barrette energetiche, integratori per sportivi. Quale tra questi prodotti potrebbe avere più successo in Italia?
Sono un curioso, perciò immagino che un consumatore che abbia il mio stesso atteggiamento li proverà tutti. Poi deciderà quale gli è piaciuto di più.
Comunque dipende anche dai costi. La situazione economica del Paese impone ai cittadini di essere oculati nel fare la spesa, quindi costi elevati dei prodotti a base di insetti commestibili potrebbero essere un freno.
Di cibo si occupa mia moglie, ma in cucina ci siamo entrambi alla pari (io sono uno strenuo lavatore di piatti), e lei è molto attenta non solo al prezzo quando si tratta di fare acquisti di alimentari, ma anche a molti altri parametri che poi sono quelli capaci di orientare le scelte dei consumatori su prodotti più costosi, purché questi siano più sostenibili o sani ad esempio.
Ci terrei a dire, anche se forse esula un po’ dal discorso, che gli italiani devono stare molto attenti a quanto spendono per gli alimentari perché dobbiamo pagare i vitalizi ai nostri politici inquisiti.
Sostenibilità ed ecocompatibilità sono due motivi sufficienti per mangiare meno carne e integrare le nostre diete con proteine provenienti da fonti alternative come gli insetti commestibili?
Ma certamente.
Aggiungerò che per una breve stagione in famiglia abbiamo tentato di passare al pesce, con scoperte agghiaccianti in quanto a contaminazioni da metalli pesanti. A me piace moltissimo il salmone, ma mia moglie mi vieta tassativamente di mangiarlo. Al disastroso impatto ambientale dell’industria della carne non può certo supplire un’alimentazione a base di pesce che è ormai avvelenato.
Non sono vegetariano, la carne mi piace moltissimo, ma se essere vegetariani fosse “obbligatorio per legge” sarei disposto a diventarlo immediatamente. Se ci fosse un accordo generale…esclusi i Parlamentari ovviamente, che potrebbero continuare a mangiare carne all’infinito…
Anche se penso che dovremmo continuare ad allevare gli animali, ma con metodi e in quantità ragionevoli e sostenibili, consumando e sprecando meno. Senza ideologie: guardando solo alle quantità d’acqua necessarie alla produzione di una bistecca c’è da inorridire.